Regia di Marc Forster vedi scheda film
L’apocalittico in fieri in salsa horror è forse uno dei generi cinematografici di cui il pubblico avverte periodicamente un bisogno fisiologico; o, almeno, questo vale per me. Se poi il protagonista (e produttore) è il divo dei divi (B.Pitt) ogni altro motivo per vedere il film diventa secondario. Non che reciti la parte della vita (tutt’altro), ma una star del suo calibro in uno zombuster (canaja) non può passare inosservato. Senonchè, non mancano talune ulteriori azzeccate soluzioni narrative che rendono il film meritevole di almeno una visione non solo per gli amanti del genere zombie-movie. In particolare, il “numero” degli zombie (davvero tanti…anche troppi in alcune scene), la loro insaziabile esagitazione (ma solo se provocati in un certo modo) - che fa girare la ruota del ritmo, in certe sequenze, decisamente all’impazzata e che rende la tensione sempre costante, dall’inizio alla fine - nonché la curiosa trovata del “vaccino” (su cui glisso doverosamente, ma non prima di aver manifestato apprezzamento per l’idea). In più mi ha fatto personalmente piacere la rassicurante presenza di P.F. Favino (attore che stimo molto). Dispiace solo per il fatto che all’opulenza del budget non sia corrisposto un prodotto anche solo lontanamente credibile sotto il profilo della sceneggiatura (per cui, quasi subito, si fa prepotente l’insano desiderio che muoiano tutti per il livello di idiozia che si raggiunge, ma, d’altronde, è chiaro che ipotetiche emergenze globali di questo genere non potrebbero che essere provocate/peggiorate dalla totale deficienza del genere umano, sul cui rinsavimento non ci scommetterei un euro bucato).
P.S. E’ curioso notare la scelta di far dirigere la macchina dei soccorsi, oltre che ai militari, altresì alle UN (o, almeno, a quello che ne rimane di loro). Nella realtà, probabilmente, la parte dei “sacrificabili” l’avrebbero fatta, di sicuro, per primi proprio loro (vista la loro totale inutilità da decenni).
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