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La madre

Regia di Andres Muschietti vedi scheda film

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La recensione su La madre

di Gangs 87
5 stelle

L’esordio alla regia di Andreas Muschietti è un film dalle sembianze affascinanti ma dall’esecuzione ampiamente imperfetta.  Prodotto da quel ragazzaccio di Guillermo Del Toro che di storie nere se ne intende, Mama, questo il titolo originale della pellicola, che in italiano sembra essere stato snaturato della sua dolcezza utilizzandone la versione più algida, Madre appunto, è l’ampliamento di un cortometraggio realizzato dallo stesso Muschietti e che, in un certo senso, forse faceva meglio a lasciare come tale.

 

La pecca della pellicola infatti sta proprio nello svolgimento della narrazione. In alcuni punti il racconto sembra scorrere troppo veloce, quasi come se avesse fretta di arrivare in uno specifico punto, e ciò accade soprattutto all’inizio, per poi rallentare nella parte centrale della pellicola che è poi anche quella più affascinante.

 

Se l’incipit, di quella che ha tutta l’aria di essere una leggenda metropolitana, due sorelle cresciute da una madre immaginaria che poi si rivela essere un’entità oscura quanto maligna, almeno contro coloro che intendono allontanarla dalle sue figlie acquisite, si svolge in una scenografia ben costruita che compone la giusta ambientazione anche grazie alla buona fotografia, il resto della pellicola è pregno di situazioni in cui i protagonisti finiscono per fare delle scelte a dir poco assurde, spesso incomprensibili, non fosse per alcune scene che creano la suspense riacciuffando l’attenzione dello spettatore che tende spesso alla distrazione, il film sarebbe un vero disastro.

 

A salvarne le sorti è anche la presenza di Jessica Chastain, la sua Annabel ha la capacità di conquistare lo spettatore poco per volta e anche se non arriva mai a rubargli definitivamente il cuore, è senza dubbio il personaggio più potente della pellicola.

 

Il finale che ha un che di coraggioso è almeno degno di nota, se non di lode, anche se la trasformazione dell’oscura presenza in un volatile che nulla ha da invidiare ai mostri dei libri di Stephen King è davvero inutilmente fuori luogo, e sembra racchiudere in un certo senso le caratteristiche del cinema del Muschietti che verrà.   

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