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La madre

Regia di Andres Muschietti vedi scheda film

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La recensione su La madre

di M Valdemar
4 stelle

Madre de Dios! ma che mierda si mangiano quelli per colazione?
È fuor di dubbio il dettaglio più raccapricciante, la scena più orrorifica di tutto il film. Allora, ci sta la bambina più grande, l’occhialuta Victoria, che chiama l’ultratracorpo punk vestito con una t-shirt dei Misfits e ricoperto di tatuaggi (Jessica Chastain, molto più straniante della creatura maligna) per il frugale pasto mattutino ... Che bolle in pentola? Pochi secondi d’inquadratura bastano: un ammasso informe, una sorta di poltiglia vermiforme, e nauseabonda - come se se ne avvertisse l’odore oltrepassare gli insensibili pixel dello schermo -; di quelli che, qualche baldo giovine dalla battuta pronta accomodato un paio di poltrone alla sinistra del sottoscritto, ha suggerito fossero i - chissà quanto sudici - capelli della famigerata - e nominatissima - “madre“. Puah.
Bueno, facezie a parte (comunque sintomatiche dell‘andazzo non proprio edificante), l’impressione è che l’opera in questione sia stata sopravvalutata, caricando le aspettative che almeno gli più scafati tra gli spettatori si sono visti smontare durante la visione. Non un’oscenità, una roba malfatta o dilettantesca, però è evidente che le buone intenzioni siano restate in gran parte sulla carta, giacché nella trasposizione filmica si disperdono in una serie di elementi - narrativi, visivi, di atmosfere - diluiti in un brodo piuttosto insipido ed il cui aspetto ne ricorda molti altri.
Argomentando (un po’ a casaccio) sulla natura di madre e su madre natura, dalle cui deviazioni in territori oltre ed altri traggono origine obbrobri carichi di morte e infausti presagi, il regista “raccomandato” - da Guillermo del Toro - Andy Muschietti mischia le carte e “muschia” la modesta materia con una mano di muscolare ambizione; perlopiù, però, mummificandosi con le consuete norme del genere. Già, per creare tensione e suscitare un po’ di sana paura pare proprio non si possa fare a meno di avvalersi dei soliti espedienti: gli schizzi di volume, le spruzzate fantasmatiche, i gorgoglii e rigurgiti vocali, la sarabanda di idiozie in moto perpetuo (non è che si possa perdonare sempre tutto, caspita).
Oltretutto, finché quella madre tanto simpatica tanto molesta rimane presenza appena visibile ma molto percettibile, il film tutto sommato regge: i brividi spuntano qua e là, il racconto si dispiega in maniera sufficientemente fluida, e lo spettatore segue con l’attenzione dovuta. Poi quando quella figura si materializza - in tutta la sua obliqua cangiante (s)compostezza e burlesca minacciosità (ché quasi viene da ridere) - e si cominciano a svelare i primi misteri, allora la concentrazione scema, e la pazienza comincia a manifestare i primi chiari segni di nevrosi.
Almeno in soccorso all’umore generale ci pensa la niña più piccola, la lercia mangiaciliegie Lilly, mezza selvaggia mezza psicopatica, la quale, coi suoi comportamenti strani (per usare un eufemismo), risulta assai simpatica; si smorzano così i toni cupi e (troppo) seri (ma l’effetto sembra involontario).
Il copione, come detto, sbrodola in più punti, specie nei minuti precedenti il brutto volatile finale, quando si susseguono allegramente eventi ridicoli e scelte inspiegabili (se non con la necessità di tirare avanti).
Alla fine, che resta de La madre? [a proposito, nel trailer sparato in continuazione nelle settimane precedenti e ancor oggi il sibilante richiamo è il più sensato “mama”, come da titolo originale: perché?] Sicuramente un bel pezzo oscuro e sfuggente, in flashback, che racconta le sciagure della tizia in questione, nel quale si fornisce un abbozzo di profilo (possessiva instabile e non propriamente bella già lo era …), peccato duri troppo poco.
Altro elemento d’interesse, come se ci fosse bisogno di dirlo, è la presenza della Chastain che si “abbassa” anche in cose come questa: voglia e impegno ci sono, casomai lascia un po’ spaesati il suo look dark che non sembra le sia del tutto aderente. Ma tant’è, lei sta al gioco; la pelicula certo ne guadagna.
Ricapitolando: tanto rumore per un desmadre.








 

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