Regia di Sam Raimi vedi scheda film
A fronte di un costo enorme,si parla di 200 milioni di dollari spesi per produrlo,arriva sugli schermi mondiali il prequel di un classico del cinema fantastico,"Il mago di Oz",diretto da Sam Raimi:teoricamente potrebbe essere considerato un reboot e generare altri seguiti,ma i costi di questa operazione sono onerosi,anche se alla fine i 600 milioni necessari per poter laureare questo film come un successo assoluto potrebbero anche essere raggiunti.Si immagina che un prestigiatore d'accatto fugga in mongolfiera da un collega del circo geloso,e infili in un ciclone,che per magia lo porta in un'altra dimensione,cioè il regno di Oz,e si ritrovi scambiato per il leggendario Mago che dovrebbe riportare la pace nel mondo straordinario e popolato da creature fantastiche.ben presto sarà coinvolto in uno scontro tra prime donne,tra le due sorelle che ambiscono al trono della Città di Smeraldo,e una principessa decaduta,che incarna il Bene.Raimi è di sicuro un signor regista,però qui pare troppo intento a imitare Tim Burton,con spesso una sensazione di deja-vu e di rimandi a "Alice in Wonderland",tra l'altro non il migliore dei lavori del collega:Più che altro,"Il grande e potente Oz",per quanto spettacolare,dotato di scenografie ricche e poderose,spesso tende al lezioso,la regia sembra non sempre a proprio agio,come fosse in una dimensione non sua,spesso caramellosa,patinata,estetizzante al massimo livello.E gli effetti speciali,pur molto ben realizzati,non sono tra i più straordinari che si siano visti su schermo.Nel cast,delle tre Grazie,la migliore in campo è la sensualissima Rachel Weisz,che batte le più giovani colleghe Williams e Kunis,mentre James Franco è vistosamente fuori parte,stucchevole e per tutto il tempo dedito a fare smorfie,senza brillare.Intendiamoci,non è un brutto film,ma qualche scena ben girata,il vistoso impegno produttivo,non compensano una sceneggiatura a tratti ingolfata e scontata,che poteva rivelarsi ben altro se imperniata su una sorta di proiezione mentale del protagonista,come quasi sembra suggerire in alcuni punti:purtroppo la logica del voler piacere a tutti prende il sopravvento,e l'effetto-bon bon è garantito.Un'occasione sprecata.
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