Regia di Sam Raimi vedi scheda film
Oscar Diggs, illusionista da strapazzo in un circo che sta girando per il Kansas, scoperto nella sua ennesima tresca è costretto a scappare a gambe levate per non essere triturato da un forzuto collega. Scappa in mongolfiera munito solo del suo cappello a cilindro e dei suoi trucchi , si ritrova nel bel mezzo di una tromba d'aria e viene catapultato nell'incantato mondo di Oz, dove si spaccia ( quasi involontariamente ) per mago e dovrà fronteggiare non una ma ben tre streghe di cui una sola buona e che sta dalla sua parte.
Oscar dovrà tirare fuori tutto il suo ingegno per liberare il mondo in cui si trova dal clima di terrore instaurato dalle streghe cattive.
Sarà una lotta all'ultimo incantesimo. Pardon, all'ultima illusione.
Io sinceramente sono abbastanza stufo di andare al cinema ed essere preso per un minus habens da coloro che realizzano i blockbusters. Ma perchè oltre a fare molta attenzione alla parte visiva del prodotto ( che poi alla fine forse è la cosa più importante per venderlo, parliamo di prodotti che devono macinare soldi su soldi in ogni parte del mondo) non curano un attimo robetta importante come la sceneggiatura o scrivono dialoghi all'altezza di essere pronunciati da esseri umani mediamente intelligenti?
Ecco, Il grande e potente Oz è questo: un bellissimo involucro che dentro contiene poco o nulla, talmente progredito sotto il profilo degli effetti visivi da suscitare meraviglia ma assolutamente deteriore sotto il profilo della scrittura cinematografica.
Con l'aggravante che sembra una riedizione di Alice in Wonderland di Tim Burton, di gran lunga il suo film peggiore ma anche quello che ha incassato molto più degli altri e questo qualcosa vorrà pur dire.
Almeno è una riedizione parzialmente in meglio: se è vero che il mondo di Oz ricorda molto da vicino il paese delle meraviglie burtoniano o meglio carrolliano, Raimi, nei pochi momenti di lucidità, inserisce qualche richiamo al suo passato orrorifico ( possibile che nessuno ci abbia visto L'armata delle tenebre?) e un omaggio evidente all'arte illusoria del cinema che aiuta a vincere sulle brutture della realtà.
Sarà un omaggio sincero oppure un qualcosa di seconda mano dopo aver visto Hugo Cabret?
Bisogna dire che il film parte con la marcia giusta: un bianco e nero in formato 4:3 che fa entrare subito in un'atmosfera particolare e che in qualche modo cerca di far empatizzare la figura di questo maghetto di periferia, o meglio illusionista, imbroglioncello a cui non sembra andarne una giusta.
Ecco se fosse stato tutto così il film , probabilmente mi sarei alzato e avrei applaudito ai titoli di coda ( cosa che aborro sentitamente!).
Invece si sa, il bianco e nero non vende, i bambini davano già segni di cedimento dopo pochi minuti perchè un mondo monocromatico non fa per loro e quindi si è passati al bombardamento sensoriale di suoni e colori che magari fanno anche la loro porca figura ma sembrano solo essere il refugium peccatorum di chi ha poche idee ma ben confuse. Si procede per accumulazione , si sente aria di riciclo ( ancora Alice in Wonderland), non c'è alcuna progressione nei personaggi e quelli che sono introdotti hanno ben poco di interessante.
Normalmente in questo genere di film i cattivi sono decisamente più intriganti rispetto ai "buoni": ecco qui non c'è neanche questo, la figura delle due streghe è un coacervo di banalità, sembrano uscite da una brutta favola per bambini, a metà tra l'insulso e la caricatura.
Il grande e potente Oz è il classico film in cui l'estetica pachidermica schiaccia il cinema, una vetrina dei prodigi della tecnica, una mostra mercato dei migliori effetti speciali disponibili al momento.
Del Raimi dei tempi migliori se ne avverte solo l'ombra.
E se l'illusione cinematografica fa vincere le battaglie, se questo big bang di suoni e colori da solo basta a far incassare palate di quattrini, in questo caso credo che sia il cinema il grande sconfitto in questo film e nei blockbusters come questo, prodotti di fabbrica assemblati senza un minimo di emozione.
A questo punto è meglio andarsi a rivedere Il Mago di Oz originale, quello di Victor Fleming, è bellissimo abbandonarsi di nuovo alle note di Over the Rainbow.
Che qui non c'è.
Il grande e potente Oz nulla ha potuto contro il copyright....
(bradipofilms.blogspot.it)
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