Regia di Mario Bonnard vedi scheda film
Venezia, XVI secolo. Rolando torna sconfitto dalla battaglia contro i turchi e, cadendo in un tranello della sua ex amante, viene ingiustamente accusato di averne ucciso l’attuale marito. Incarcerato, Rolando dovrà evadere e fare in modo che il vero assassino venga scoperto.
Questa è la seconda trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Michel Zevaco, a quasi due decenni di distanza dal film – chiaramente muto – di Domenico Gaido dal medesimo titolo, e in anticipo di circa un quarto di secolo sul terzo Il ponte dei sospiri che Piero Pierotti firmerà nel 1964. Avventura, tensione, sentimenti forti e un ovvio lieto fine (siamo d’altronde in pieno fascismo: l’unico finale possibile era sempre e comunque quello che prevedeva il trionfo dei giusti e degli audaci) sono gli ingredienti principali della sceneggiatura scritta da Tomaso Smith; l’esperto Mario Bonnard, classe 1889, confeziona con sufficiente perizia un lavoro solido nel ritmo e ben recitato anche grazie agli apporti nel cast di, tra gli altri, Otello Toso, Mariella Lotti, Giulio Donadio, Paola Barbara, Erminio Spalla, Virgilio Riento, Adele Garavaglia ed Elli Parvo. I mezzi a disposizione sono modesti, ma il regista sa fare di necessità virtù ed è confortato da professionisti come Massimo Terzano per la fotografia, Eraldo da Roma per il montaggio e Giulio (il fratello) Bonnard per la colonna sonora; curiosamente dei costumi si occupa proprio il già citato Gaido, che con l’avvento del sonoro abbandonò la regia per diventare costumista. Nulla di imperdibile, ma un’ora e mezza che scivola senza intoppi. 3,5/10.
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