Regia di Olivier Assayas vedi scheda film
Un sincero ritratto d’epoca, con i suoi fermenti e le sue contraddizioni. Assayas non prende posizioni, non c’è enfasi né malinconia nel suo cinema. Semplicemente, ci mostra una generazione, prossima alla maggiore età, alle prese con un’epoca che sta mutando. E loro, i giovani, sono parte integrante di questa mutazione. Nel ’68 sono stati spinta propulsiva, successivamente, negli anni Settanta, periodo in cui è ambientato il film, si ritrovano come un surfista a cavalcare l’onda, talvolta trasportati da essa, ma con lo sguardo vigile a scrutare l’orizzonte. Un orizzonte indefinito fatto di arte, politica, libero amore, droga, aborto, lotta armata, omologazione, ribellione, tappe di un percorso formativo che porta inevitabilmente alla perdita dell’innocenza e all’avvicinamento al mondo degli adulti. Adulti in cui i giovani non vogliono specchiarsi, giovani mai tanto distanti dagli adulti come in quell’epoca. Dubbi, sogni, incertezze non dissimili da quelli dei giovani di ogni tempo, ma quelli di allora erano mossi dall’idea di un mondo nuovo. Quella generazione non ha realizzato quanto si proponeva, ma loro non sono gli sconfitti, i vinti sono tutti coloro che hanno messo da parte il pensiero.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta