Regia di Olivier Assayas vedi scheda film
Dopo aver sondato il terrorismo internazionale con la straordinaria saga di "CARLOS",Il francese Assayas ci regala un autentico capolavoro sul post-68 francese.Un racconto dalle tinte autobiografiche sulla scissione di tumultuosi animi di adolescenti.Assayas è senz'altro uno dei migliori registi europei in circolazione,il suo cinema è di quelli puri,scarni da ogni forma di metacinema e incentrati su stagioni importanti della vita con lo sfondo di periodi epocali.Un autore che fara' strada per un suo essere regista realista e veritiero nel racconto e nei passaggi,senza disdegnare lo sguardo onirico."Apres mai" è il condensato di idealismi,utopie e sogni di un periodo rivoltoso,in cui la rivoluzione era un forma d'identita' per i giovani nella quale riconoscevano le logiche e i perchè del proprio "essere" al mondo.Assayas offre di tutto cio' uno spaccato delicato e sensibile,un film corale il cui protagonista Gilles è un adolescente tormentato,diviso tra la rivoluzione attuata dai compagni e le velleita' artistiche.Di mezzo ci sono amori sofferti e uno sfondo di utopia verso "il nulla".Gilles ci accompagna col suo viso pulito in viaggi "beat" tra l'Italia,la Francia e Londra,oltre a Gilles ci sono i suoi "COMPAGNI" visti da Assayas con sguardo amichevole,come un essere parte di loro in viaggi o "trip" allucinatori che trasportano aldila' dell'idealismo o politica,all'interno dei sogni e simbiosi umane.Il regista francese ha ricostruito fedelmente una verita' storica con un tocco informale di chi quei periodi gli ha toccati con mano.La macchina da presa diventa a quel punto "verita' storica" o "psicologa" di giovani figli di papa' i cui padri sono capitalisti o borghesi,invisi ai loro figli per il "mercificare" la vita stessa.Ovviamente non mancano riferimenti al post68 come l'amore libero,le droghe e i pellegrinaggi alla ricerca di "se" nel Nepal o in Afghanistan.Tutto è pero' sguardo appassionato e sofferto di una passione,talento o ideale che ci dica chi siamo veramente e dove vogliamo andare.Personalmente ho ammirato questo film,osannato a Venezia e "penalizzato" alla premiazione(Osella per la sceneggiatura),spero arrivi presto qui in Italia.In "Apres mai" tutto è liberta' di scegliere e di seguire il proprio istinto,aldila' di schemi sociali,mentali o paure.L'unica "pecca" è una certa "antipatia" aprioristica che ho avuto nei confronti dei giovani protagonisti,ma è un qualcosa di "mio",prettamente personale.I giovani attori selezionati da Assayas su internet o per strada sono di certo bravi,ma i loro personaggi destano un certo "fastidio",nel loro essere "figli di papa'" o di estrazione "radical chic",ragazzini che forse per moda o per ricerca d'identita' giocano a fare "i rivoluzionari".Ma tutto cio' è una parentesi prettamente mia,individuale e non intacca il giudizio finale su un capolavoro sceneggiato egregiamente,una sorta di viaggio mentale nel periodo piu' "sognatore" vissuto dai giovani dell'intero globo."Apres mai" sara' senz'altro un successo cinematografico importante,che aprira' una strada o un filone di genere "idealista e sognatore",io saro' senz'altro in prima fila a rigustarmelo o a rivedermelo,questa volta doppiato pero',chissa' se perdera' il suo "magnetismo" in stile "francofono" oppure rimarra' nel suo delicato rigore utopico....
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