Regia di Corrado D'Errico vedi scheda film
Un giovane di nobile discendenza è innamorato, ricambiato, di una ragazza di famiglia arricchita. Tutto potrebbe funzionare, senonché il padre di lui si oppone al matrimonio. Il giovane decide perciò di affidare ad alcuni servitori, gente povera e di umile livello culturale, i ruoli dei suoi parenti mentre chiede ufficialmente la mano della ragazza.
Non è la prima volta che questa commedia di Eduardo Scarpetta viene portata al cinema, ma è li suo debutto nell'epoca del sonoro dopo l'adattamento che nel 1914 fece Enrico Guazzoni, peraltro con protagonista lo stesso autore. Pur avendo realizzato un lavoro gustoso dal punto di vista della tenuta narrativa – e in tal senso aiuta molto la durata contenuta ad appena una settantina di minuti – e discretamente rifinito sul fronte della confezione, con un buonissimo cast al suo servizio, il regista Corrado D'Errico ha avuto una grossa sfortuna: quella di vedere – metaforicamente, poiché lui non ci sarà più – una nuova versione di Miseria e nobiltà una manciata di anni più tardi (1954) con la regia di Mario Mattòli e nientemeno che il Principe Totò nel ruolo di protagonista. Questo nuovo remake spazzerà infatti via la memoria della valida pellicola di D'Errico e dei suoi ottimi interpreti tra i quali Virgilio Rientro, Elli Parvo, Vincenzo Scarpetta (figlio di Eduardo), Adriano Rimoldi, Luigi Almirante, Dina Sassoli, Riccardo Billi e Achille Majeroni. La sceneggiatura del regista e di Gaetano Campanile-Mancini peraltro si muove molto bene evitando di far sentire più di tanto il peso della provenienza teatrale del testo di partenza; siamo comunque nel 1940 e i mezzi a disposizione per il cinema, in pieno conflitto mondiale, sono sempre limitati. 5/10.
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