Trama
Clyde (Jeffrey Dean Morgan) e l'ex moglie Stephanie (Kyra Sedgwick) cominciano a preoccuparsi quando Em, la loro figlia più piccola, manifesta una forma di ossessione nei confronti di un'antica scatola in legno acquistata ad un mercatino dell'usato. Man mano che il comportamento di Em diventa sempre più misterioso, la coppia teme la presenza di una forza malefica e approfondiscono le ricerche sulla scatola. Scoprono così che si tratta di un dibbuk, appartenuto a un gruppo di donne di origini ebree rinchiuse all'interno del lager di Lodz, in Polonia, durante la seconda guerra mondiale. Come da leggenda, una volta aperto, il dibbuk ha liberato uno spirito maligno capace di impossersi dei corpi umani ed Em è in serio pericolo di vita.
Approfondimento
UNA SCATOLA MALEFICA
Prodotto da Sam Raimi e diretto dal regista danese Ole Bornedal, The Possession è un contemporaneo thriller paranormale che si basa su una terrificante vicenda realmente accaduta: la liberazione di un'antica forza del male nel mondo del XXI secolo. Il film racconta l'esperienza di una famiglia che nell'arco di 29 giorni, dopo aver acquistato un misterioso contenitore d'epoca, insospettatamente libera un insaziabile demone, pronto a prender possesso di un'anima umana. Protagonisti sono i Brenek, una coppia di coniugi separati - Clyde e Stephanie - e la loro figlia più piccola Em. Subito dopo l'acquisto, Em sviluppa una strana ossessione, non separandosi mai dalla scatola e perdendo lentamente il contatto con la realtà. Il suo comportamento allarma soprattutto Stephanie, che da una serie di ricerche scopre che la scatola contiene un dibbuk, spirito malefico dell'antica tradizione ebraica intrappolato da secoli e alla ricerca di un corpo umano che lo ospiti. Come L'esorcista trae ispirazione da un articolo che raccontava il reale esorcismo di un ragazzo adolescente del Maryland, Amityville Horror dall'esperienza dei coniugi Lutz in una casa di Long Island e Le colline hanno gli occhi dalla storia di un clan di cannibali in Scozia, anche The Possession si ispira a una vicenda realmente accaduta.
LA VERA STORIA DEL DIBBUK
Nel corso della storia, una delle paure più oscure e diffuse dell'uomo è quella della possessione, ossia l'agghiacciante idea che il corpo e la mente di una persona siano invase da una forza disumana che cancella ogni volontà individuale. Demoni e fantasmi sono diventati i predatori di anime più diffusi, con tratti simili di cultura in cultura, mentre il dibbuk si differenzia per la sua unicità. Nella tradizione folkloristica ebraica, il dibbuk viene descritto come uno spirito maligno che vaga in una sorta di limbo in attesa di ritornare in vita tramite un corpo altrui. Per contenere la diffusione dei dibbuk e del loro malefico potere, gli antichi carpentieri costruivano arche o scatole speciali dove intrappolarli per sempre. Di solito, le storie dei dibbuk risalgono a centinaia di anni or sono ma, a sorpresa, nel 2004 una strana vicenda viene riportata dalla giornalista del Los Angeles Times Leslie Gornstein. Nel suo articolo, la Gornstein racconta la storia di un uomo che sosteneva di aver acquistato per caso su Ebay un'autentica "scatola di dibbuk", fonte di terrore per tutti i suoi proprietari. Incidenti, malattie improvvise, incubi, visioni e voci inspiegabili erano solo alcuni degli effetti provocati dalla scatola, di cui tutti in fretta cercavano di sbarazzarsi. Dopo l'articolo, la scatola ha attirato gli interessi dei ricercatori del sovrannaturale, finendo nelle mani di Jason Haxton, curatore di un museo universitario. Grazie alle sue ricerche e alle consultazioni con esperti del misticismo ebraico, Haxton è riuscito a stabilire che la scatola, costruita 103 anni prima e sopravvissuta all'Olocausto, era arrivata in America subito dopo la Seconda guerra mondiale, trasportata da una donna che aveva messo in guardia (inutilmente) tutti sul suo contenuto. Attirato dagli ingredienti della storia che mischiava paure primordiali, tematiche religiose e diffusione del terrore tramite internet, Sam Raimi vi ha intravisto il giusto potenziale per realizzarne una versione cinematografica. Con tanto materiale a disposizione, gli sceneggiatori Juliet Snowden e Stiles White hanno preso tutti gli elementi più spaventosi della storia vera e li hanno fatti accadere all'interno della stessa famiglia. Curiosamente, produttore, sceneggiatori e regista del film non hanno mai voluto prendere la vera scatola in mano, tenendola ben lontana dal set.
LA SCENA DELL'ESORCISMO
Come tradizione vuole, in ogni religione e cultura si trovano sempre coloro che si impegnano a scacciare il male che infesta l'anima umana. Quando ha disperatamente bisogno di aiuto, Clyde Brenek si rivolge a Tzadok, il figlio di un rabbino chassidico che conosce molto bene come opera un dibbuk. Tzadok è interpretato da un non attore, una star del rap chassidico e del raggae conosciuto con il nome ebraico Matisyahu. Per la scrittura della parte, gli sceneggiatori hanno fatto numerose ricerche su alcuni riti ebraici poco conosciuti, dato che la Torah non parla di demoni e fantasmi che si attaccano alle persone. Tzadok di conseguenza non ha nessuna idea di ciò che sta facendo o che lo aspetta. Tutto ciò che sa è che deve riuscire a liberare Em dal male e dalla sofferenza che le provoca. La scena finale dell'esorcismo è stata girata in un posto particolarmente inquietante: l'ex complesso di igiene mentale di Riverview, i cui fatiscenti edifici - un tempo regno di paranoia, paure e tristezze - sono ancora in piedi nella cittadina di Coquitlam, in Canada. Costruito nel 1913 e abbandonato 70 anni dopo, il complesso è rinomato per le agghiaccianti atmosfere che ancora lo circondano. Da sempre regno di strani aneddoti, Riverview è stato vuoto per così tanti anni che aleggia la sensazione di trovarvi qualche spirito o presenza rimasti a vivere là. Cast e troupe si erano rifiutati in un primo momento di entrare nelle sue stanze ma gli sceneggiatori Snowden e White hanno insistito per quel luogo, in modo da avere maggiore tensione e paura sui volti degli attori.
Mentre la scenografa Rachel O'Toole ha aggiunto un ulteriore tocco di paura e inquietudine a camere che altrimenti potrebbero sembrare normali, il direttore della fotografia Dan Laustsen ha infranto alcune regole del genere giocando con un'insolita alternanza di luci e ombre. In The Possession le scene di maggior paura, infatti, non avvengono al buio ma si svolgono in piena luce.
Poiché tra i vari episodi raccontati dai proprietari della scatola si ripeteva il manifestarsi di insetti raccapriccianti, scorpioni e scarafaggi, il regista Ole Bornedal ha preso la decisione di usare delle vere falene per la scena centrale del film. Con l'inquietante svolazzare delle ali e il modo in cui inaspettatamente sfiorano la pelle, le duemila enormi falene, arrivate come larve e dischiusesi poco prima di essere usate, hanno letteralmente terrorizzato gli attori in scena.
Note
Accanto a sussulti sonori, voci infantili, occhi bianchi, convulsioni articolari e soggettive impersonali, il danese Ole Bornedal mette in mostra un gusto retrò per ambientazioni e illuminazione, sfruttando al massimo le potenzialità della (contro)luce per veicolare l’orrore. Al contempo, la scrittura a quattro mani inserisce nell’abituale tessuto a base di rivolte della natura, fallimenti della scienza e suggestioni religiose la figura del Dibbuk, anima maligna prelevata dalla tradizione ebraica e in parte tradita nei suoi presupposti da una messa in scena che dona forma (prima una mano che esce dalla gola del posseduto, quindi addirittura la figura intera) a uno spirito che dovrebbe essere disincarnato.
Trailer
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Commenti (11) vedi tutti
L'esorcista, ricalcato sino al plagio con qualche infinitesimale differenza: al posto della Bibbia un testo ebraico, mentre il novello Pazuzu non viene più dall'Inferno, ma è qui sostituito da un anonimo Dibbuk.
leggi la recensione completa di undyingL'inserimento di una leggenda esoterica legata al folklore ebraico funge da unico elemento di novità in un film di genere che ricalca i soliti stilemi e sa perciò di già visto, non offrendo brividi né colpi di scena memorabili.
commento di Fanny SallyCome Storia reale effettivamente tiene bene,il Film in sè anche per la bravura dell'Attrice principale un certo effetto lo fà.voto.7.
commento di chribio1Horror classico. Formula tipica. Nessun elemento di novità, confezione dignitosa.
leggi la recensione completa di Furetto60Una bamboccia indemoniata si comporta in maniera straordinarissima. Tratto da una storia vera (dicono così all'inizio del film). Voto 6
commento di MagicTragicCi vuole pazienza, tanta, per arrivare al cuore di questo film... È un'opera talmente didattica che per un ora abbondante mi è sembrato di stare sul banco di scuola... A 40 minuti dalla fine il film decide cosa essere e butta giù alcune sequenze interessanti. I dialoghi sono irritanti ma l'esorcismo finale è spassoso e Tzadok è un bel personaggio.
commento di Yayas82Film tiepidino non grosse sviste, ma neanche grosse emozioni... e scusate se è poco, ma di che parliamo, un film horror senza emozioni non sa di nulla come sale che non sala... insipido.
commento di gacPer 3/4 fa il compitino senza orrori di forma e nella sostanza, ma la parte conclusiva è troppo da prima elementare dell'horror. Non avevo grosse aspettative, ma proprio quando sembrava farcela a strappare la sufficienza, ad essere un piccolo film di possessione con tutti i crismi, tira via il finale più trito e banale possibile.
commento di overmarsLa Sufficienza può andare. La recensione di LIBERTADIPAROLA NON ha prezzo.
commento di MiniPuppySenza infamia e senza lode. Voto 6. Finale amaro.
commento di ezzo24e' proprio un bel film ,ottimo horror
commento di danandre67