Regia di Pete Travis vedi scheda film
Reboot del personaggio dei fumetti che da titolo al film e che già aveva ispirato la tribolata pellicola di metà anni '90 con Sylvester Stallone. Frutto di una co-produzione tra società rappresentanti di quattro nazioni, Dredd - Il Giudice dell'Apocalisse viene alleggerito dalla carica satirica e grottesca che caratterizzava il precedente capitolo. Alex Garland, sceneggiatore e co-regista, sceglie un taglio, crudo e duro (in una scena si vedono piombare a terra, da altezza smisuratamente infinita, tre uomini precedentemente scuoiati), alla Robocop. Dredd, interpretato da un Karl Urban che non si toglie mai il caschetto e scimmiotta espressioni alla Stallone, si trova imprigionato in un edificio di 200 piani. Aiutato da un'aspirante giudice che si muove senza caschetto (la sexyssima Chiara Oliviero) perché questo interferirebbe con le sue doti telepatiche, si muove in una sorta di micromondo braccato dai manigoldi che rispondono agli ordini di una donna sfregiata (l'ottima Lena Headey). Bombardamento di rallenty (anche troppo) e di effetti speciali in rigorosa computer grafica, è un film dal ritmo serrato e dalle continue sparatorie. La messa in scena è ottima, così come la fotografia. Alla fine risulta molto più riuscito di Dredd la Legge sono Io. Divertente.
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