Regia di Jonathan Levine vedi scheda film
La nota della locandina "Dai produttori di Twilight" trae in inganno e non incoraggia alla visione, o meglio, forse ha incoraggiato prima degli altri le adolescenti impazzite per Edward e Bella; mi aspettavo un film sulla falsa riga di quello della saga di vampiri, magari ancora più ridicolo, assurdo e melenso.
Invece no, clamoroso.
Ho dovuto ricredermi completamente.
Posso dire senza timore di esagerare che questo film curioso e atipico è molto, ma molto meglio di Twilight; le 4 stelle - che riconosco ampiamente generose - le merita già per questo motivo.
Più intelligente senza dubbio e con un sottotesto interessante che funziona e convince, e che porterebbe a fare diverse riflessioni sul concetto di umanità che si perde e ritrova sè stessa, attraverso la naturale tensione che spinge gli esseri umani - e non umani - a sforzarsi con fatica di essere migliori.
I puristi storceranno il naso, lo capisco, ma io non ho mai visto un classico horror di zombie, (neppure quello citato qui) creature che non mi affascinano, e questa ironica parodia, se così vogliamo chiamarla, è il massimo che potrei tollerare.
Non ho letto il romanzo d'esordio da cui il film è tratto, ma sono quasi sicura che sia migliore di quel ciclo di libri abbastanza noiosi pubblicati dalla Meyer.
Ovvio, alcuni elementi sono quelli: la storia d'amore tra l' umana Julie, e lo zombie R, luci e fotografia molto simili, tonalità fredde, qui un poco più cupe.
Addirittura ho trovato forti similitudini in alcune scene.
Ma questo film ha qualcosa di fondamentale che in Twilight manca: una massiccia, divertente dose di ironia e autoironia.
La avvertiamo nella voce narrante dei pensieri iniziali di R, veloci e fulminanti quanto la sua lentezza di cadavere che non parla, si sente diverso e vorrebbe esserlo, e arranca trascinandosi per l'aeroporto abbandonato.
Il mondo in cui si muovono i protagonisti è quello dopo l'apocalisse, ed è fatto di desolazione, abbandono, degrado, un mondo senza apparente speranza in cui si muovono altri zombi ossuti, esseri perduti e inquietanti che hanno superato la soglia di non ritorno alla vita.
Sono chiari e lampanti i riferimenti a Romeo e Giulietta nella scena ironica del balcone, perfino il trucco di R per apparire vivo e infilarsi tra gli umani pronti a ucciderlo sembra un suggerimento, ma sempre in chiave ironica; Julie è un personaggio femminile più verosimile e convincente dell' assurda Bella, è coraggiosa e combattiva, percepisce, sente il cambiamento e cerca di comprenderlo.
Il sentimento scatta quando R uccide il ragazzo di Julie, e divorando i suoi ricordi e i suoi sogni li fa suoi, e il suo cuore morto riprende a battere per qualcosa che non sia solo una fame atavica e insopprimibile.
Sarà l'inizio di qualcosa che non si potrà più fermare, che si diffonderà e lentamente porterà alla salvezza, a ricordare cosa sia vivere, a riconoscere la bellezza del sentire dolore, del sangue che scorre più forte trascinato dalle emozioni umane.
Come un ciclo di morte e resurrezione alla vita.
E il bacio finale è appassionato, liberatorio e salvifico... di certo romantico per eccellenza, ma a questo punto ci sta.
Gli interpreti sono bravi; Teresa Palmer è discreta, John Malkovich, il padre di Julie è sempre una garanzia e il suo generale ha forza espressiva.
Interpretare uno zombie non dev'essere facile, se pensiamo che per sua natura non potrebbe avere una vasta gamma di espressioni facciali, ma Nicholas Hoult convince da morto e da vivo.
Tanto all'inizio appare apatico, spento, stralunato e quasi tenero, quanto vitale e solare nelle ultimissime scene.
Film che merita, e dal confronto con Twilight ne esce sempre meglio, vince 100 a 0.
Sicuramente Warm Bodies mi ha fatto divertire di più.
Per finire aggiungo due note sulla colonna sonora: lascia davvero il segno, e porta nomi di tutto rispetto, Guns N' Roses, Scorpions, Bruce Springsteen, M83, Delta Spirit solo per citare alcuni.
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