Regia di David Brooks vedi scheda film
L’horror della crisi, ecco la nuova tendenza. Ci aveva già pensato Sam Raimi con il gioiellino Drag Me to Hell, dove il baratro dell’orrore si apriva sotto chi negava il prestito e la casa a una zingara, così come Saw VI infieriva senza pietà su un cinico boss delle assicurazioni mediche che da carnefice di poveri cristi diventava vittima dell’Enigmista. Ora con ATM. Trappola mortale non ci si spreca neanche a cercare un feticcio umano, l’orrore nasce dal bancomat. Bella intuizione, ma pessima realizzazione. Perché un thriller/horror che si rispetti può sì contare sulla sospensione dell’incredulità, ma non abusarne. E se anche sappiamo che i personaggi di questo tipo di pellicole hanno sempre un quoziente intellettivo non eccelso, qui in fatto di stupidità si esagera. I tre protagonisti - tra cui la bella e sprecata Alice Eve - si ritrovano nel bancomat più sfigato d’America, con il serial killer più pignolo che si sia mai visto. Peccato che pianifichi tutto certosinamente, dimenticando di verificare la cosa più scontata. Ma forse il segreto è che le vittime morirebbero comunque, schiacciate da una goffa inettitudine che impedisce loro di prendere anche la decisione più ovvia. Il resto è un filmetto che non sa gestire la suspense, che buca anche quelle due idee decenti di sceneggiatura che si ritrova per le mani e che ha come ciliegina sulla torta delle recitazioni mediocri. In certi tratti, ricorda Scary Movie. E non è un complimento.
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