Regia di Ursula Meier vedi scheda film
simon e louise vivono in un casermone popolare isolato nella valle ai piedi di impianti sciistici frequentati da gente più o meno facoltosa. vivono in condizioni di sopravvivenza dove louise che è la più grande del nucleo familiare lavora un pò si e un pò no. chi porta a casa i soldi e il dodicenne simon. indotto dall'esigenza di avere il necessario per poter sopravvivere in una società che ha smesso da tempo di accampare nelle grotte, i due sbarcano il lunario in un non luogo di raro squallore ai piedi di splendide montagne dove gli altri non hanno altri pensieri che divertirsi. il film della meier è un rapporto in divenire che è cresciuto nella menzogna di una recita che ha stravolto completamente la realtà. una realtà in cui louise cerca disperatamente qualcosa che viene inesorabilmente disfatto sul nascere dalla menzogna che lei e simon stanno vivendo. la bellezza della seydoux viene completamente annullata da una tristezza cosmica rappresentata da quel suo sguardo perennemente smarrito altrove. recitando suo malgrado un ruolo da madre/sorella maggiore/mantenuta che alla fine deve per forza ribaltarsi, poichè a furia di rubare prima o poi simon si farà prendere in fragranza di reato e lo spettro della povertà busserà alla porta altrui alla ricerca di un pacchetto di pasta. così simon a furia di recitare un ruolo che non è il suo(quello di padre/figlio/fratello)alla chiusura degli impianti sciistici per la stagione estiva, non sa più chi è e se è qualcuno o qualcosa. cercherà un lavoro, andandosene da lì ma verrà rifiutato in quanto troppo giovane e in quanto ladro. in un bel finale, madre e figlio alla fine riconosceranno se stessi sospesi in un non luogo come la funivia, guardandosi attraverso il vetro, ritrovandosi a fondo valle. un film grigio come la neve sporca dei cicchi delle sigarette, come il condominio popolare e come l'aria pregna di gas di scarico dei paesini a fondo valle.
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