Trama
Il dodicenne Simon (Kacey Mottet Klein) vive a ridosso di un lussuoso ski resort nei pressi delle montagne svizzere, in una località frequentata da gente benestante e altolocata. Per sopperire ai bisogni dettati dallo stato di povertà in cui vive, Simon si arrangia rubando le attrezzature dei turisti per poi rivenderle per pochi spiccioli, utili a lui e alla sorella Louise (Léa Seydoux). Fingendosi figlio di ricchi genitori, Simon riesce a conquistare la fiducia dei turisti e, in particolar modo, di una famiglia inglese che si lascia conquistare dai suoi modi gentili. Dopo esser rimasta senza lavoro, Louise comincia a dipendere sempre più dai soldi del fratello, che li baratta in cambio di piccole attenzioni e affetto.
Approfondimento
UN RICORDO D'INFANZIA
Dopo aver cominciato le riprese di Sister, la regista Ursula Meier si è ricordata improvvisamente di un episodio dimenticato o forse rimosso, la cui memoria è giustamente riaffiorata non appena si è trovata di fronte al tournage: una vicenda a proposito di un ragazzo che aveva conosciuto molto tempo prima. Cresciuta ai piedi del Giura, una catena montuosa tra Francia, Svizzera e Germania, la regista era infatti solita recarsi a sciare in compagnia degli amici e si era ritrovata spesso a osservare un giovane coetaneo, che invece sciava quasi sempre da solo. Su di lui, circolavano strane voci e un giorno seppe che era stato allontanato da un ristorante perché accusato di aver commesso dei furti ai danni dei clienti. Non conobbe mai il suo nome ma ricorda perfettamente che lei all'epoca aveva 12 anni, la stessa età che nel suo film ha il piccolo Simon: una strana coincidenza che neanche lei sa spiegarsi. Forse la sua memoria aveva bisogno di rielaborare qualcosa che l'aveva colpita e di cui tante volte si era chiesta il perché.
UN FILM VERTICALE
Dopo aver realizzato Home (2008), un film in cui tutto si svolge in pianura, analizzando gli effetti della costruzione di un'autostrada sulle case circostanti, Ursula Meier ha sentito l'esigenza di realizzare un'opera che ribaltasse tale paesaggio e contenesse una visione verticale. Così, ha pensato di riprendere cosa accade in due mondi differenti: uno inferiore (una località posta in valle) e uno superiore (la stazione sciistica di montagna), collegati attraverso i cavi della funivia che attraversano il vuoto per salire verso la luce e scomparire tra le nuvole. Nella parte superiore, come in una metaforica scala delle classi sociali, si trovano i ricchi turisti, che provengono da ogni parte del mondo per godere dello spettacolo del sole che brilla sulla neve e che rappresentano il consumismo ostentato e dell'ozio. Nella parte inferiore, invece, c'è l'universo degli operai, continuamente in ombra e senza sole, dove la neve si è già sciolta, le case sono circondate dai fumi neri dei camini e gli edifici sono isolati. Sister racconta, nella fattispecie, del sogno di un bambino che vuol crescere in tutti i sensi - fisicamente, socialmente ed economicamente - e passare dalla parte inferiore a quella superiore. Per realizzarlo non esita a fingersi chi non è pur di sentirsi apprezzato "in alto", nel giardino delle delizie a cui tanto agogna di appartenere, ricorrendo anche a piccoli furti che gli permettano di inventare una vita fantastica e di presentarsi come il figlio di una coppia benestante. Quando ritorna al suo mondo, in basso, Simon scompare nel degrado e nella cattiveria, si perde dietro al destino della sorella Louise, che vivendo giorno per giorno spera solamente di poter scappare dalla miseria. A dividere i due mondi è solo la strada maestra che costeggia la montagna, una strada che segna il grande salto e da cui dipende il corso degli eventi.
DIETRO AL MONDO DEI RICCHI
Il mondo dei turisti è un circolo esclusivo a cui Simon può però accedere grazie alla fiducia e alla tranquillità con cui loro si relazionano gli uni agli altri: sono tutti ricchi e quindi non sospettano mai che qualcuno potrebbe derubarli tanto che, il più delle volte, ogni cosa viene lasciata incustodita. Per introdurvisi, Simon ha tuttavia bisogno di passare inosservato e di non destare i sospetti di nessuno. Per questo motivo, lo si vede sempre, dopo che si è cambiato nei bagni della stazione, vestito in maniera diversa: con tute, sci e occhiali di diverso colore che diventano quasi la sua divisa d'ordinanza, come fosse - mutata mutandis - quella indossata da un comunissimo lavoratore stagionale o il suo costume da ladro. Attraverso i suoi occhi è possibile, per la prima volta al cinema, addentrarsi all'interno di una stazione sciistica e scoprirne i segreti. Di solito, nei film, le montagne innevate fanno da sfondo alle commedie o servono solo come corollario scenografico oppure assumono un significato simbolico, trasformandosi in elemento liberatore o salvifico. In Sister, invece, Simon introduce lo spettatore nel "dietro le quinte", mostrando come accanto al giro di soldi dei turisti si nascondano lavoratori stagionali, sfruttati e sottopagati, che si muovono tra i bagni, gli scantinati, i sistemi meccanici delle seggiovie, le cucine e le loro piccole abitazioni che somigliano bunker.
Nonostante sia un film ancorato alla realtà, è difficile che lo spettatore riesca a riconoscere la località e la valle in cui è stato girato. Il paesaggio, contraddistinto per la maggior parte delle scene da scelte cromatiche che scandiscono i tempi della storia in maniera cronologica, appare in tutta la sua grandezza solo nel finale della storia, quando la montagna, dopo aver attraversato la sua alta stagione, tornerà ad essere vuota di turisti e Simon, approfittando di uno spazio troppo grande tutto per lui solo, potrà giocare come un bambino della sua età.
IL POTERE DEI SOLDI
Il denaro è al centro delle interazioni tra i personaggi. Banconote e monete passano di mano in mano: dai bambini della stazione sciistica a Simon, da Simon a Louise e, poi, di nuovo da Louise a Simon. Anche se all'inizio della storia, Simon e Louise si trovano in una posizione finanziaria precaria, Sister non è un film di denuncia sociale ma poggia sulle paure di un bambino che prova a lenire le sue angosce tramite un continuo movimento di soldi, come se questi fossero un riconoscimento al suo valore e alle sue capacità e potessero sopperire alla mancanza d'amore che avverte intorno a sé. Nel momento in cui si integra all'interno di una famiglia di ricchi turisti inglesi, Simon cambia radicalmente carattere proprio perché per la prima volta ha l'illusione di essere felice. Il denaro che lo rassicura, però, è lo stesso che lo spinge a divenire arrogante e sprezzante nei confronti di tutti e che gli dà una forma di potere sulla sorella Louise, che in cambio di qualche banconota gli concede briciole di affetto. Come in Home, anche in Sister la Meier ha voluto rappresentare una famiglia in lotta contro il mondo, con le sue regole e i suoi non detti: a guidare le danze, in questo caso, dovrebbe essere Louise ma, in assenza di una presa di autorità da parte della sorella, è Simon che decide autonomamente di cominciare a "lavorare" nel tentativo di conferire a se stesso un valore e di creare un'armonia di coppia.
Note
Ursula Meier, dopo un esordio smaccatamente metaforico, si muove in equilibrio sul filo di un cinema dove ogni inquadratura è immagine realistica e insieme simbolica, pedina i suoi strepitosi protagonisti fino a farci sentire l’affanno della vita quotidiana, mentre i due si dimenano per svestirsi di quel che sono costretti a essere, recitando ciò che non sono. Per poi, infine, farsi coscienti. Perché non è per dimostrarsi ladri o grandi uomini, l’occasione che cercavano. Ma per riconoscersi e comprendersi, lì, sospesi su quella funivia che collega e divide la terra e il cielo, la miseria dello stato delle cose e quella volontà di vivere chiamata desiderio
Trailer
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Commenti (5) vedi tutti
Un film "quasi" neorealista,una vera sorpresa ,da non perdere assolutamente.
leggi la recensione completa di ezioUna località montana, dove nei grandi alberghi vivono turisti molto ricchi che distrattamente ogni giorno incrociano sulla funivia uomini, donne e ragazzini – abitanti del villaggio sottostante – che lavorano per loro. Talvolta su quella funivia si incrociano e prima o poi si guarderanno, finalmente, Simon e Louise.
leggi la recensione completa di laulillaStoria insolita (e brutta), poco interessante; voto 3
commento di stokaiserSembra un film da rassegna, senza colpi di scena, ben fatto e niente di più. E invece, a un certo punto, il colpo di scena c'è, e cambia la prospettiva dello spettatore…
commento di slim spaccabeccoSOGGETTO MOLTO PARTICOLARE CI FA VEDERE UN ASPETTO DELLA VITA CHE E ' MOLTO DIFFICILE IMMAGINARE: ALMENO PER ME.
commento di fralle