Regia di Christian Petzold vedi scheda film
Germania Est: una dottoressa, avendo chiesto un visto per l’espatrio, viene trasferita per punizione da Berlino a una cittadina di provincia; qui, sorvegliata a vista, conduce un’esistenza solitaria e lavora in ospedale, accanto a un collega dal passato analogo, ma continua a preparare la fuga a ovest per ricongiungersi con l’amante. Un film di desolante grigiore, di quelli che ai teutonici vengono naturali; una protagonista chiusa, scontrosa, indecifrabile, che comincia a sciogliersi con estrema lentezza al calore della vita. La scelta a cui si riferisce il titolo italiano, inopportunamente anticipatore, rimane qualcosa di non del tutto chiaro: Barbara ha deciso eroicamente di sacrificarsi per la salvezza di un’altra persona? oppure è stata conquistata dal timido ma assiduo corteggiamento del collega innamorato di lei? oppure è rimasta colpita dai drammatici casi clinici dei quali si è dovuta occupare per professione? oppure ha imparato persino a trovare qualcosa di buono nel paradiso socialista? Non lo sappiamo: Barbara è di poche parole, mantiene un’aria impassibile e anche i suoi sguardi sono sfuggenti.
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