Regia di Jeff Nichols vedi scheda film
Il regista Jeff Nichols torna sugli schermi dopo l'interessante Take shelter (2011) e anche con il nuovo film, Mud, il suo sguardo è proiettato verso uno spirito di autoconservazione dell'essere umano, alla sua protezione, in difficoltà nel rapportarsi e minacciato dalle trasformazioni sociali. Se tali posizioni nel precedente Take shelter erano più evidenti, canalizzate nella complessità psicologica del suo protagonista, in Mud si ricorre all' ipotetico percorso di formazione, ad un velato sentimento retorico rivolto all'indietro, la cui rivisitazione riporta a galla la letteratura americana più epica e struggente che potrebbe partire da Mark Twain per arrivare a Keruac. Il recupero dell'infanzia, dei suoi sogni, la mitologia della gioventù che gradualmente si sfalda con la disillusione del tempo, la ricerca e la fusione di valori che identifichino il soggetto staccato dalla massa, in un rapporto sensoriale e romantico con l'ambiente naturale che muore, mentre "il fango" morale del quotidiano sovrasta ogni evento, sottolineando il punto di non ritorno. La gestione che Nichols impone al racconto presuppone un confronto che odora di classicità fra la crescita del ragazzino Ellis con le bassezze e le miserie dei grandi.
. Ellis con i genitori in crisi, vive in una baracca sul fiume, insieme allo smaliziato amico Neckbone lo risalgono in barca per arrivare su di un isolotto vicino dove ha trovato rifugio un uomo, Mud, ricercato dalla legge per omicidio. L'attrazione verso di lui produrrà la veloce maturazione del ragazzo. Gli stilemi raffigurativi di genere che descrivono quell'America marginale appartenente a classi sociali non rilevanti, corrisponde ad indicazioni da manuale, a ben guardare non c'e' un solo elemento dissonante, qualcosa di sorprendente rispetto ai canoni già ampiamente sperimentati. Ciò nonostante il racconto vive di momenti emotivi piuttosto elevati, ma che successivamente Nichols fa rientrare in schemi molto più controllati. Quanto lo sguardo del ragazzo e il suo modo di vedere influiranno sul mondo adulto e viceversa? Il regista sfrutta alcuni elementi per ridefinirli in modo funzionale al dipanarsi della vicenda, peraltro poco originale. Il fiume da risalire, l'isola in cui rifugiarsi, la barca dei ragazzi e quella finita chissà come appoggiata sopra un grande albero dell'isola, le figure femminili tanto agognate quanto sfuggenti, la pistola di Mud, l'oggetto simbolo della crescita autentica.
Giocando simbolicamente o con chiarezza sui vari elementi Nichols cerca di trasmettere il suo messaggio, una richiesta d'aiuto verso un mondo che prima appare difforme e sconsolatamente vuoto, poi lentamente tende a riabilitare gran parte dei personaggi fino a ricomporre un quadro non così devastato. Come se bastasse versare un pò d'acqua per far scivolare quel fango opprimente.. Rispetto al precedente lavoro, nonostante si avvalga di buoni interpreti, intensi e coinvolti in parti che dimostrano di ben trasfigurare, Mud rilascia un dose di irrequietezza ridotta al minimo, uniformandosi verso un futuro dal retrogusto assai condiscendente verso i valori tradizionali.
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