Regia di Jeff Nichols vedi scheda film
Approdato nelle nostre sale dopo due anni dall'uscita, è il terzo film del regista indipendente americano Jeff Nichols.
Ellis (Tye Sheridan) è un adolescente infelice: si sente tradito dai genitori che, non amandosi più, sono così impegnati dal gioco dei rinfacci e delle accuse da non accorgersi neppure delle sofferenze che gli infliggono.
Il piccolo, che da sempre condivideva la loro condizione di povertà su una casa galleggiante, in un’ ansa paludosa del Mississipi in Arkansas, non va più a scuola e passa la sua giornata lavorando con l’intrattabile padre pescatore, per conto del quale consegna il pescato alla clientela.
Ha un inseparabile amico di giochi, un orfanello che si chiama Neckbone (Jacob Lofland), il quale vive con uno zio lunatico.
I due ragazzini, insieme, progettano di spostarsi su una barca a motore, per esplorare l’isola sul grande fiume: hanno saputo di un motoscafo che si trova lì, impigliato fra i rami della foresta, che forse potrebbe servire come rifugio provvisorio, lontano da casa.
La traversata del Mississipi, l’arrivo all’isola, l’avvistamento dell’imbarcazione sull’albero e l’incontro con Mud (Matthew McConaughey) hanno il carattere favoloso dell’inizio di un’avventura alla Mark Twain e ci introducono nel cuore del film.
Mud, uomo singolare, è ricercato dalla polizia essendo colpevole di un delitto commesso per difendere Juniper (Reese Witherspoon), la donna da sempre amata.
Approdato sull’isola, luogo inospitale e disabitato, aveva trovato la barca, l'aveva attrezzata come una piccolissima abitazione e si era dedicato alla pesca, sviluppando, come Robinson Crusoe, molte abilità, nonché una buona conoscenza della natura, senza disdegnare certi tatuaggi porta-fortuna, o i chiodi incrociati sotto le scarpe contro gli spiriti maligni…
Era stato lui stesso a narrare, un po’ alla volta, ai due ragazzini i particolari della propria vita e, grazie alle sue doti affabulatorie, aveva da subito affascinato il piccolo Ellis a cui non pareva vero di aver incontrato un uomo come Mud che per amore aveva affrontato le prove più difficili, solitario e braccato non solo dai tutori della legalità, ma anche dai parenti dell’uomo ucciso, assetati di vendetta: gli pareva, anzi, che Mud possedesse quelle doti di tenera e affettuosa pazienza e di fedeltà ai legami d’amore che in futuro sarebbero state anche sue e che ora avrebbe voluto trovare nel padre!
L’aspetto più singolare del film – anomalo racconto di formazione – è nei viaggi di andata e ritorno dei due bambini, che rientrano regolarmente alle loro case, cosicché il mondo ideale, quasi edenico, della vita secondo natura si confronta continuamente con la realtà, che non esce mai di scena e che infine ha la meglio: la natura non è, infatti, così buona come aveva creduto il piccolo Ellis (lo imparerà a proprie spese) e l’amore (come potrà constatare) è, d’altra parte, un sentimento assai più complicato di quanto gli fosse sembrato.
Il film, sia per il paesaggio rappresentato, sia per l’età difficile dei giovani protagonisti, può essere accostato ai quasi coevi Moonrise Kingdoom di Wes Anderson e Re della terra selvaggia, di Benh Zeitlin, ma la diversità dei modi di raccontare mi induce a ridimensionare l’analogia.
Qui, infatti il regista – lontano dal mondo onirico e leggendario del film di Zeitlin, nonché da quello fantasioso dei due adolescenti di Wes Anderson – ci introduce nei problemi delle famiglie povere degli Stati Uniti del Sud con poetico realismo, ben rappresentato visivamente dall’immagine della barca sull’albero, lasciandosi guidare soprattutto dai tempi lenti della presa di coscienza di Ellis, di cui racconta l’ardua crescita.
Bellissimo il personaggio di Mud, misterioso e bugiardo, ma fragile, benissimo interpretato da Matthew McConaughey; splendidi i due attori adolescenti.
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