Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Dopo il grande successo di pubblico del capolavoro La dolce vita (1960), Federico Fellini si mette al lavoro su un nuovo film, ma è incerto sulla direzione da prendere. Ha in mente un abbozzo di storia, vuol parlare del pensiero, dei ricordi, dei sogni di un uomo che si trova a fare un bilancio della sua vita, ma non riesce a prendere una direzione artistica precisa. Tra molte difficoltà ed indecisioni, condivise con l'amico e co-sceneggiatore Ennio Flaiano, Fellini dà al progetto un titolo provvisorio 8 ½, nell'attesa di chiarirsi maggiormente le idee. Il titolo provvisorio è, per l'appunto, dettato dalla cronologia dei suoi precedenti lavori: 7 film ed un episodio (Le tentazioni del Dottor Antonio" del film "Boccaccio '70 che però mi manca). Ma il blocco artistico dell'autore non si risolve ed è quasi sul punto di abbandonare il progetto. In base ai racconti di testimoni (riportati anche nel Blu Ray del film), negli studi di Cinecittà, mentre si era intenti a festeggiare il suo nuovo film (ormai svanito dalla sua mente), il maestro ebbe un lampo di genio di fare un film proprio su questo; un regista in empasse che non sa cosa raccontare nel suo prossimo film e che si trova a vagare, con la mente, tra sogni e ricordi che si confondono con la realtà. Nasce così 8 ½, probabilmente il film più intenso e personale di Fellini, sicuramente tra le sue opere il più importante per la storia del cinema (Quanti 8 ½ sono nati sulla scia del film di Fellini? Oramai ogni regista importante ne gira uno).
Redigere una sinossi per tale opera è svilente non tanto per la qualità stratosferica del film, ma anche per la particolarità dell'opera che è un unicum nel panorama della settima arte ma ci proviamo; Guido Anselmi (Marcello Mastroianni) è un famoso regista di mezza età alle prese con una crisi creativa ed esistenziale. Deve realizzare un nuovo film ma è indeciso sulla direzione da prendere, non sa quale storia raccontare e si sente oberato dalla pressione dei produttori e dalle aspettative altrui. Ben presto il blocco creativo si andrà a sovrapporre con un più generale senso di smarrimento riguardante la propria vita ed Anselmi si troverà a tracciarne un bilancio partendo dai propri ricordi. Il regista finisce così in una sorta di limbo sospeso, in cui sfilano molti personaggi della sua vita, soprattutto donne, ma anche fantasmi del passato e non sarà semplice distinguere cosa è reale e cosa no. Egli cerca di trarre ispirazione proprio da tutto questo, tramutando questo flusso di ricordi e visioni in un concreto processo creativo, ma non sarà facile trovare la via d'uscita da se stesso.
8 ½ è il film "d'autore" per eccellenza ed uno dei più grandi capolavori della settima arte. Una pellicola geniale, originale, innovativa e di immenso valore storico ed artistico, che ha ribaltato in modo definitivo i canoni della narrazione cinematografica tradizionale stabilendo un punto di non ritorno. E' uno dei capisaldi del cinema d'avanguardia, tematicamente complesso, visionario, onirico, avvolgente ed affascinante come poche altre pellicole. Fellini diede fondo a tutto il suo fervido genio creativo e, partendo da un racconto chiaramente autobiografico, per descrivere una sorta di blocco creativo e di impotenza narrativa di un regista (se stesso), ha dato vita ad un mirabolante caleidoscopio di sogni, visioni, ricordi, rimorsi, desideri, menzogne, ossessioni, fantasie inconfessabili; il tutto immerso in una dimensione surreale e barocca di pregevole impaginazione. Attraverso questo libero flusso di immagini e sensazioni (alcune davvero memorabili), il grande regista italiano riesce a sperimentare nuovi linguaggi meta-cinematografici che segnarono un autentico punto di rottura con la cinematografia tradizionale, sulla scia delle forme espressive basate sull'inconscio.
Ma l'ardita e rivoluzionaria estetica destrutturata è tenuta insieme da un incredibile rigore formale e dal naturale talento del regista, al punto da divenire al tempo stesso, una sorta di seduta di auto analisi, un critico bilancio della propria vita di uomo e di regista, dove l'apparente catarsi finale non è altro che la presa di coscienza della propria inadeguatezza nel confrontarsi con gli spettri della propria anima. Ma 8 ½ è molto altro ancora; un film nel film in un gioco di scatole cinesi, uno specchio segreto sul mondo interiore di Fellini, una destrutturazione definitiva del linguaggio cinematografico tradizionale, una colta allegoria del processo creativo e della sua difficoltà e un apologo sul senso effimero del cinema, come riflesso illusorio di un mondo che è più sogno che realtà.
Moltissime le scene memorabili di questo film, su tutte, a mio avviso, quella del sogno iniziale, un autentico pezzo di cinema da antologia, così come da citare l'ASA NISI MASA. Insomma, come avrete capito, questo film è totalmente di mio gradimento ed è un un recupero assoluto per tutti i cinefili. Richiede un certo impegno e può apparire, all'inizio, di non facile visione (a prima visione mi lasciò... in uno status che non saprei descrivere, perchè forse descrivere le immagini Felliniane è una battaglia persa in partenza), ma ne vale ampiamente la pena. Non a caso è ammirato e lodato da cinefili e grandi registi e tantissimi lo hanno citato, omaggiato o cercato di imitarlo (Woody Allen, Edwards, Coppola, Moretti e, recentemente, anche Rob Marshall con il musical Nine. Ma, nonostante i numerosi tentativi di imitazione,l'originale resta unico ed inimitabile.
Infine una menzione speciale alle musiche di Nino Rota ed alle grandi interpretazioni di tutto il cast: immenso Mastroianni, bravissima la Milo, stupenda la Cardinale. Ma tutti meritano un plauso per film che è ormai storia del cinema e di cui consiglio caldamente l'acquisto dell'edizione restaurata in Blu Ray dalla cineteca di Bologna, che consegna finalmente al massimo splendore il bianco e nero onirico e unico di questo film che viene direttamente dall'anima (qualche critico americano dell'epoca disse che i risultati artistici di questo film, furono raggiunti forse solo qualche pellicola di Bergman).
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