Regia di Federico Fellini vedi scheda film
TFF 2013 - FESTA MOBILE - FEDERICO FELLINI
Trovarsi alle 9 di mattina in una accogliente sala già affollata di gente, farsi cogliere all'improvviso scrollandosi di dosso quel torpore soporifero del primo mattino con le prime meravigliose immagini restaurate ed in un bianco e nero seducente che mi scorrono innanzi: le situazioni oniriche di un sogno, che in quanto tale, si presenta assurdo, beffardo, maliziosamente pericoloso, labirintico e vertiginoso. Una carrellata magica ed indimenticabile degna di un incipit che rimarrà alla storia e che mi trasporta dal caos di un ingorgo cittadino inestricabile, dall'angusto abitacolo soffocante di una automobile/prigione, alla vertigine di librare tra i cieli come un aerostato collegato a terra con un filo, precipitandomi poi improvvisamente tra i flutti marini. Un risveglio improvviso da un sonno tormentato, ed ecco che pure lo spettatore, come il nostro protagonista, riprende i sensi e prova il piacere intenso di un'emozione, la prima di una serie che difficilmente potranno dimenticarsi. Dire ancora qualcosa di originale, di sensato, di nuovo su 8 1/2, il capolavoro più intensamente autobiografico del grande maestro, forse l'essenza più pura ed intima del concetto di autobiografia, non è forse piu' possibile. E a fine film, non posso esimermi dal riflettere sull'ironia di fondo (quella che può scaturire solo da un genio assoluto) che fa sì che da un profondo disagio personale, che per ogni altro comune mortale potrebbe chiamarsi verosimilmente "mancanza di ispirazione, di idee", nel "maestro" del cinema italiano invece diviene l'opportunità per regalarci la sua opera forse più complessa, densa, geniale, personale. Un viaggio tortuoso e sofferto alla ricerca non tanto dell'ispirazione, ma piuttosto del coraggio di ammettere, prima di tutto a se stesso regista osannato e riverito, che il film non si puo' fare, che le idee sono molte ma confuse, che la nascita di una storia e' ancora molto lontana e l'insicurezza della propria vita, dei propri amori, delle proprie ossessioni, si rispecchiano sulle incertezze di un lavoro che non riesce a trovare una strada compiuta. Meglio allora ripartire dalle salde radici della propria memoria, del proprio passato spensierato ed emotivamente fertile, per ritrovare il coraggio di affrontare le prove di una vita e le curve di una strada che spaventa per le incognite che si porta dinanzi a sé.
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