Regia di Federico Fellini vedi scheda film
E' una specie di viaggio interiore nella coscienza, nel ricordo, nelle angoscie di un regista in crisi artistica e personale. La grande massa di situazioni e personaggi è molto fluida e coesa, tanto che il film sembra un fiume grande e maestoso che scorre tanquillo e forse un po' sonnolento. Non ci sono colpi di scena, momenti di tensione, ma solo una vaga idea di trama con una colluvie di episodi immaginati e sogni, cosicché a volte questi non si distinguono più dalla realtà. Rilevo qui l'ottima rappresentazione dei sogni, che è prerogativa solo dei grandi registi; e per quanto riguarda me, è un elemento che mi colpisce e a cui do molto valore. Il songno dell'igorgo in galleria e quello del cimitero sembrano semplicemente sogni veri. Geniale anche l'idea di inserire il sogno nella realtà gradualmente.
Gli elementi che Fellini avrebbe poi aumentato secondo me all'eccesso e fino alla caricatura sono qui misurati e tutto sommato realistici, sicché non mi disturbano affatto: i ricchi e gli attori viziati e capricciosi, gli accenti stranieri, gli intellettuali tutto fumo e niente arrosto, lo spiritismo, e il confronto con un cattolicesimo da lui percepito vuoto e incomprensibile.
Mastroianni è nei suoi anni d'oro. E' composto, preciso, misurato, flemmatico, e a me così piace molto. Non lo stesso posso dire di certe sue interpretazioni enfatiche e grottesche di anni più recenti.
Non il migliore Fellini, ma comunque bello. Secondo me il personaggio del giornalista intellettualoide, borioso e seccatore, è stato recuperato da Woody Allen in "Io ed Annie" in una scena dove il personaggio sproloquia non a caso proprio su Fellini.
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