Regia di Orson Welles vedi scheda film
Tra mille difficoltà e con pochi soldi, Welles riesce a girare un'altra delle sue opere scespiriane dove, a detta di molta parte della critica, ci sarebbe molto Welles e poco Shakespeare: e questo non è detto che sia un male. Figurativamente ispirato all'espressionismo cinematografico e ad Ejsenstejn, l'Othello wellesiano è un'opera profondamente cinematografica e come tale chiede di essere giudicata; ed è un film che pone l'accento sulla differenza tra l'essere e l'apparire delle persone; in un sulfureo primo piano lo straordinario attore Michael MacLiammóir (Jago), come in un "a parte", rivela allo spettatore: «io non sono quel che sembro». Solo Othello, con quella sua pelle scura, non può simulare di essere quello che è, anche se è dubitabile che Shakespeare, intitolando un suo dramma ad un "moro", intendesse riferirsi proprio ad un nero.
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