Regia di Hendrik Handloegten vedi scheda film
Paul is dead è il primo lungometraggio scritto e diretto dal tedesco Hendrik Handloegten, che poi lavorerà spesso per la televisione; già qui i mezzi a disposizione non sono molti e luci, dialoghi, prevalenza di interni e semplicità dell'intreccio richiamano direttamente gli standard della produzione tv. Ma al di là della trama banalotta e degli interpreti non proprio espressivi (il protagonista Sebastian Schmidtke fa soltanto innervosire, eppure, incomprensibilmente, avrà una carriera piuttosto fitta di titoli, anche se soprattutto sempre in ambito televisivo), al di là insomma di una confezione non egregia, c'è comunque qualcosa da salvare in questo debutto registico. Innanzitutto la documentazione sulla materia è di una precisione encomiabile: non c'è nulla da eccepire sulla ricostruzione della leggenda secondo cui Paul McCartney sarebbe morto in un incidente stradale nel novembre 1966 e subito sostituito con un sosia, e neppure nella maniera in cui tale mito viene smontato pezzo per pezzo. E poi certamente va riconosciuta la validità della mano (dell'occhio, per meglio dire) di Florian Hoffmeister che, anch'egli al suo primo lungometraggio, fotografa una pellicola sbiadita e giallognola dai colori essenzialmente intonati con l'epoca delle prime Polaroid istantanee. Strano, ma vero: nella colonna sonora compaiono le registrazioni originali dei Beatles, che come è noto non hanno mai concesso il loro repertorio a nessuno; la questione è curiosa e andrebbe approfondita. 4/10.
1980. Tobias, adolescente tedesco e seguace accanito dei Beatles, scopre una serie di indizi secondo cui Paul McCartney sarebbe in realtà morto nel novembre 1966 e rimpiazzato con un sosia. Verrà poi a sapere che tale teoria esiste da almeno dieci anni e che qualcuno ha già pensato a smentirla.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta