Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
un bel congedo per lo zio Sam. Certo, come spystory, narrativamente parlando, il motore s'inceppa piu' di una volta (anche a causa dei tagli nefasti dei produttori). Ma resta un grande film sul potere, sulla societa' dei media, sul controllo delle vite, sull'individuo schiacciato dal sistema. E il tutto raccontato con uno stile visionario, a tratti geniale. Un film dalla tensione sempre alle stelle, dal montaggio nervoso ma raffinato, dal sonoro utilizzato in maniera intelligente; una pellicola che trabocca di schermi, pulsanti, un film in cui si e' sempre osservati da qualcuno, e dove la vita privata e' praticamente impossibile da vivere. Non ci sono personaggi, ma burattini, pilotati da un regista-mastro burattinaio. La realta' non esiste: c'e' spazio solo per la menzogna, l'inganno, le trappole, i tradimenti. Grande cast, dialoghi graffianti e sequenze al ralenti memorabili (l'esplosione del camper)
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