Regia di Tom Hooper vedi scheda film
Nel film teatro e cinema sono magistralmente fusi e amalgamati. L'opera (dolce, sconvolgente, amara, irridente, storicamente corretta, musicalmente e coreograficamente stupenda) è animata, soprattutto, da una carica spirituale di natura esoterica che riflette l'analoga temperie mistica della novella di Hugo (da cui deriva), riportandoci allo spirito della "Montagna Sacra" di Jodorowsky. Il protagonista - il prigioniero Jean Valjean -, condannato per aver rubato del pane con cui sfamare la sorellina, passa attraverso diversi stadi iniziatici, sempre più onerosi e difficili da superare (è lo stesso Percorso dei grandi Mistici e Illuminati). Li supera con una non comune Forza spirituale, di cui la forza fisica eccezionale, posseduta, è solo una eco, un riflesso. Il Perdono rappresenta uno stadio importante e fondamentale del processo iniziatico. Fino alla Prova finale, ovvero al definitivo dono di sé, che coincide col totale distacco dal mondo e quindi con la Morte iniziatica, l'Amore assoluto, l'abbandono di ogni passione, la fine della sofferenza. A quel punto, il trasporto emotivo, generato dalla possente semplicità della descrizione scenica, induce nello spettatore più raccolto lo schiudersi di una catarsi interiore somigliante a quella indotta dalla tragedia greca classica, ovvero lo schiudersi di un pianto intimo liberatorio, appagato e felice. Si può notare lo stesso "iter" iniziatico tra le righe del film "Gran Torino" (di Clint Eastwood), laddove la figura del prete assume la stessa Missione del Grande Maestro.
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