Regia di Tom Hooper vedi scheda film
La bandiera francese abbattuta e logora come i valori che rappresenta. Come la libertà, la fratellanza e l’uguaglianza infangate dalla rabbia dell’uomo che aumenta col tempo che passa, e non si placa. Una storia d’amore. Per Dio. Per gli altri. Per la patria. Il romanzo di Victor Hugo rivive e risplende di nuova luce grazie ad un “niente male” Hugh Jackman e ad una straziante Anne Hathaway che merita l’Oscar già solo per la malinconia che attraversa i suoi occhi e per il magone che invade lo stomaco ogni volta che apre la bocca per cantare. Una trasposizione innovativa, un tutto-cantato che a tratti non può che annoiare e che purtroppo, soprattutto nell’ultima parte, tende a stancare, le orecchie cominciano a far male e la storia, lentamente, sembra perdere quel fascino che inizialmente la caratterizzava. Una nota positiva per Amanda Seyfried e per Helena Bonham Carter, magnifiche come (quasi) sempre. Carino Sacha Baron Cohen. Si fa notare ma non spicca, come ormai da tempo, Russell Crowe la cui cattiveria innata gli logora l’anima, quell’anima che non sarà poi degna di oltrepassare quell’alta barricata che protegge le anime del paradiso da quelle dannate dell’inferno. Tom Hooper ricostruisce la Francia e i francesi dell’epoca con attento occhio clinico, inquadra volti di sensazioni in modo non poco notevole. Peccato per la lunghezza. Peccato davvero perché rende questo film pregevole ma… ma non da Oscar.
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