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The Phantom

Regia di Paolo Barzman vedi scheda film

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La recensione su The Phantom

di Maciknight
6 stelle

Un film abbastanza riuscito e godibile (nonostante la lunghezza, dura quasi 3 ore), ma occorre partire dal presupposto che si tratta di un fumetto e come tale è stato concepito, adattandolo alle esigenze di un pubblico giovane e non solo, e con un sobrio approccio culturale canadese, e la differenza rispetto al cinema USA del genere si nota, eccome. Pur essendoci parecchie scene d’azione, non sono concitate, frenetiche, con abuso di effetti speciali e spettacolarizzazione estrema a tutti i costi per catturare l’attenzione del pubblico. La trama c’è (seppur fumettistica) ed aggiornata ai rischi che tutti temiamo di un abuso della tecnologia sul controllo mentale, il racconto pure. I personaggi sono abbastanza ben caratterizzati ed alcuni anche indovinati, tra cui il detective padre della ragazza su cui si sono posati gli occhi del giovane Phantom che non sa ancora di esserlo. I due giovani attori protagonisti se la cavano bene senza cadere nella soap opera, abbiamo pure una Isabella Rossellini monocorde, con praticamente un’unica espressione per tutte le sequenze, una specie di maschera. Abbiamo l’equivalente della Spectre degli 007, che non vuole dominare il mondo ma solo tenerlo nel caos per poter lucrare alla grande, con il valore aggiunto di alcuni secoli di attività criminale e la sua controparte anch’essa plurisecolare e certamente meno credibile, che lotta in pratica per limitare i danni. E’ pur sempre un film estrapolato da un fumetto ed hanno cercato di essere fedeli ai suoi contenuti originali, piuttosto datati ed oggi risultano inevitabilmente ridicoli, come l’approccio di Phantom coi bambini sull’isola di Bengalla che fa da base per l’organizzazione che lo sostiene che sembra uno spot pubblicitario, e la grotta a forma di teschio appena abbozzato, con tutti i confort all’interno, ed i diari dei suoi 21 predecessori che il giovane rampollo legge in pochissimo tempo entrando subito in sintonia con la dinastia (della serie “buon sangue non mente”) ed ancor più con il precetto che Phantom non spara per uccidere ... In proposito occorre riconoscere che hanno fatto qualche sforzo per cercare di esprimere il concetto della continuità dinastico spirituale nella mission di famiglia, con componenti talentuose quasi metafisiche che emergono immantinenti, come fosse una specie di metempsicosi, con aggiornamento tecnologico al seguito, sobrio, non esasperato all’americana. Un film tutto sommato godibile, con dialoghi abbastanza articolati e situazioni complesse ma connesse.

 

 

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