Regia di Ferdinando Baldi vedi scheda film
Uno dei meno riusciti esemplari di giallo / horror italiano degli Anni '70. Realizzato maldestramente dietro una sceneggiatura del tutto improponibile...
Un gruppo di famigliari, capeggiati dall'anziano Ubaldo (Arthur Kennedy) sposato in seconde nozze con la giovanissima Giulia (Caroline Laurence) si reca -come da tradizione annuale- in una lussuosa tenuta su un'isola lontana dalla terraferma. Sotto gli infuocati raggi di sole emerge che la moglie dell'anziano Ubaldo se l'intende con il figlio Michele (Massimo Foschi), mentre la nuora Greta (Rita Silva) ha una relazione con il cognato Walter (Venantino Venantini). Carla (Sofia Dionisio), la moglie di Walter è la prima a sparire misteriosamente: nelle acque del mare, forse vittima di un pazzo assassino che inizia a decimare l'intero nucleo familiare. Il mistero è racchiuso nel passato della sorella di Ubaldo, Elisabetta (Dana Ghia): 20 anni prima i nipoti e il fratello uccisero Charlie, colto durante un amplesso amoroso con Elisabetta, un marinaio colpevole solo di appartenere ad una classe sociale non abbiente...
Premesso che la sceneggiatura è attribuita all'esperto Fabio Pittorru e che pure la suggestiva ambientazione in Sardegna ha un suo fascino. Appuntato che il gineceo che sfila sotto i nostri occhi ha una sua ragion d'essere -anche in virtù di un primo tempo nel quale il nudo è tema portante- e che attori non eccellenti eseguono discretamente il loro lavoro, e personaggi tipo John Richardson (nei panni di Lorenzo, figlio tradito che si dimostrerà più scaltro di quanto le apparenze lascino intendere) ricordano partecipazioni a titoli più (I corpi presentano tracce di violenza carnale) o meno (Murder obsession) riusciti. Fatte queste doverose e fondamentali riflessioni quel che però rimane é ben poca cosa: il solito canovaccio da Agatha Christie tipo Dieci piccoli indiani; psicologie dei protagonisti meno che da macchietta e venti minuti finali con conteggio di cadaveri, che tali diventano per omicidi girati malissimo, facendo ricorso a brutti effetti speciali.
La storia non fila per nulla, ad iniziare dalle motivazioni del killer, e Ferdinando Baldi è regista di poco spessore qui come altrove (da La compagna di viaggio all'imitazione de L'ultimo treno della notte, ovvero La ragazza del vagone letto).
A volere fare i visionari si potrebbero apporre due note positive in calce, in merito a due curiose anticipazioni :
1- l'omicidio iniziale sulla spiaggia ricorda il flash back dell'assassino di Tenebre (1982) di Dario Argento, con Eva Robins a sfogare istinti sadici infilando il tacco a spillo in gola allo sventurato;
2- Massimo Foschi viene eliminato a suon di fiocina: trapassato nel collo da parte a parte. E anche qui la scena ricorda Gabriele Lavia sul set di Inferno (1980), con la bocca piena di sangue ed un coltellaccio conficcato a lato della gola.
Ma si tratta, sicuramente, di coincidenze e pure casualità...
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