Regia di Henry Hathaway vedi scheda film
straordinario affresco romantico, incastonato in paesaggi in stile Walden la mia vita nei boschi (H.D. Thoreau), questa perla scenografica narra le vicende di una donna vedova del proprio uomo morto durante un incendio e del proprio figlioletto.
Pochi giorni dopo la sciagura appare dal nulla un uomo che le offre il proprio aiuto. Fra i due si instaura qualcosa di profondo che li conduce al matrimonio. Tutto pare filare liscio, fino al momento in cui il bambino (quasi certamente futuro vegetariano vegano) rimane inorridito e sviene alla vista dell'uccisione di un daino, fulminato da un colpo di winchester del patrigno.
Ne nasce una furibonda lite con la madre che nei giorni a venire diventa sempre più distante, sempre più fredda. Non potendone più, il novello marito costringe la donna ad un rapporto non voluto, durante il quale la donna rimane incinta.
Il dramma sembra scontato ed in effetti i colpi di scena si susseguono, ma le verità sono ben oltre la sfera del visibile. Ci vorrà l'abile ed attenta ricostruzione dei fatti lontani da parte di un medico del villaggio intraprendente Sherlock Holmes locale, per sbrogliare una matassa che era di difficile estrazione anche agli occhi dello spettatore più attento.
Il finale è lieto, ma passa attraverso alcuni colpi di scena davvero ben studiati.
Vale la pena? Assolutamente si, soprattutto visto l'attuale grigiore che si contrappone a "com'era verde la mia valle".
Film di epoche ormai lontane nel tempo, attori decisamente ben inseriti nella parte. Voto 4 su 5 (e tanta nostalgia)
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