Regia di vedi scheda film
"Michele alla ricerca della felicità"
diretto nel 1978 da Alberto Grifi,
devo dire che è un gioiello.
La storia racconta che Michele e in carcere
e vive in cella con un altra persona.
Però un giorno viene spedito
nella sua cella un drogato che
sta male e comincia a chiamare il secondino,
che non fa niente e gli urla contro.
La mattina dopo vengono a prenderlo
dicendo che è arrivato l'Avvocato,
ma è una bugia perché lo sbattono in
una cella d'isolamento.
Durante la notte gli mandano una
azione punitiva nei suoi confronti.
Il Medio metraggio è prodotto dalla RAI
e diretto da Alberto Grifi,che era uno dei
maggiori esponenti del Cinema
sperimentale Italiano,e mette in scena
un vero e proprio atto d'accusa contro
le condizioni carcerarie degli anni '70,
e per la crudezza delle immagini fu
censurato e non mandato in onda.
Il regista utilizza un linguaggio narrativo
potente e forte riuscendo a trasmetterti
la condizione carceraria con un Budget
risicatissimo e giostrando con inquadrature
quasi semi-documentaristiche e a spalle
con zoomate verso i protagonisti e azzecca
il clima ansiogeno quando il nuovo carcerato
si sente male e comincia ad andare avanti e indietro
aspettando il dottore che poi il secondino non lo
chiama.
Ma la scena molto impressionante è l'azione
punitiva verso Michele dove i secondini
lo picchiano a sangue.
La pellicola è interpretata da Attori non
professionisti ma molto bravi e spontanei,
e il realismo che vuole Grifi lo raggiunge
grazie anche a loro che seguono le sue
direttive.
Da segnalare nel reparto tecnico la
cupa Fotografia e il serrato montaggio
realizzate dallo stesso Grifi.
In conclusione un buon Film,
dove Grifi con un pugno allo stomaco
ti racconta con la metafora di Michele
la situazione nelle carceri e di fare
un atto d'accusa verso questo,
ma anche contro lo scontro
e l'attendismo all'epoca del PCI,
con sguardo crudo e schietto,
con un finale amarissimo e sporco,
rimanendo terribilmente attuale.
Il mio voto: 7,5.
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