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L'agonia

Regia di Júlio Bressane vedi scheda film

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L'autore

alan smithee

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La recensione su L'agonia

di alan smithee
8 stelle

Un uomo, una donna, una fuga da qualcosa o qualcuno. Un'attrazione che incatena due esseri viventi che in qualche modo si trovano a vivere situazioni che appaiono ispirate da racconti e tradizioni immerse nelle radici della cultura popolare portoghese e brasiliana. Un "on the road" d'autore non proprio alla portata di tutti, ma di gran fascino.

Inizia tra i bitumi asfaltati, anzi cementati, di una lunga strada di periferia questo L'agonia, e "NON" finisce sempre nel bel mezzo di un cammino stradale, col protagonista in corsa nel buio, mentre la telecamera lo insegue da dietro riuscendo a riprenderne, a causa del buio, solo gli arti inferiori fasciati da lunghi pantaloni bianchi.

Inizia ma non finisce, come anticipato sopra, per sua stessa smaccata ammissione, questo film bizzarro, coltissimo e ricco di citazioni difficili da catturare, legate comunque tutte, anche quelle musicali, alla tradizione e alla cultura portoghesi e brasiliane.

Antena è un poco di buono magro ed ossuto, naso adunco e movimenti rapidi e scattanti, che viaggia su una Cadillac in fuga chissà da cosa. Sulla strada incontra una donna magra ed appariscente che lo seduce, e lo segue nel suo viaggio.

I due decidono di lasciare la fascia costiera per salire verso la montagna, dove incontreranno personaggi bizzarri non molto dissimili da loro, senza mai più riuscire a staccarsi uno dall'altro, in una sorta di dipendenza reciproca che nemmeno loro riscono a spiegarsi, ma che di fatto li incatena uno all'altro celebrando una "liaison" che sa di maledetto e perduto.

Il cinema sperimentale di Bressane è ricco di inquadrature, piani sequenza, panoramiche e soggettive solo apparentemente campati per aria: essi spesso sembra che non assecondino la narrazione, ma di fatto intervengono per spiegare o creare i presupposti per raccontare ciò che la parola non può o non vuole spiegare.

In alcuni casi una voce fuori sincrono o udita in sottofondo con i protagonisti ammutoliti, interviene con massime e proverbi che ci introducono in situazioni sempre più al limite e stranianti, mentre il viaggio prosegue sino al limitare di un bacino acquifero.

Non è mai facile seguire Bressane e i protagonisti delle sue pellicole, ma L'agonia ha un potere attrattivo che va al di là della storia, che forse nemmeno esiste, motivo per il quale forse il regista stesso non riesce, non vuole e/o non può arrivare a concluderla, interrompendosi a metà con una delle poche scene d'azione che scorrono durante il film.

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