Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
La moda degli strip maschili viene dagli anni Novanta, quando i "California Dream Men" impazzavano alle feste di addio al nubilato, a quelle dell'8 Marzo ( mai stato d'accordo su questo aspetto di donne che in tal senso fanno di tutto per assomigliare a certi brutti lati maschili): il mondo di maschioni muscolosi e disposti a farsi infilare banconote in ristretti tanga è, come quello delle ragazze da night, diviso tra chi considera tale vita una fase per mettere da parte un gruzzolo di una certa consistenza, e chi sbanda in un ambiente in cui la carne è merce. Curiosa la firma di Steven Soderbergh per questa commedia/dramma, che alla sua uscita ha totalizzato cifre importanti, tanto da generare un sequel, uscito questa stagione, ma con minore rilevanza: Channing Tatum, Alex Pettyfer, Matthew McConaughey & co. sono impegnati in balletti, acclamati da signore ai bordi del palco, con uscite a sballarsi di ecstasy, scazzottate a feste domestiche, ubriacature e ragazze che smaniano all'idea di farsi uno degli spogliarellisti. Diciamolo, è un film discretamente diseducativo, con utilizzo di droghe facile, accettazione piana di malavita presente nell'ambiente, e varie altre cose che vengono fatte passare quasi per "normali". E, con tanto di finale scippato, per sommi capi, a "La febbre del sabato sera", si può capire che le signore e signorine, nel vedere diversi bei ragazzi esibire quasi tutto l'armamentario, abbiano visto il film con interesse, ma la storia è scontata e noiosa, e si dura una gran fatica ad arrivare alla fine. Un film insulso, diretto con mestiere da un regista in fase vaga.
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