Regia di Tom Tykwer, Andy Wachowski, Lana Wachowski vedi scheda film
Confesso di non capire, prima ancora di non condividere, la gran parte delle critiche a questo film: se il problema è la venatura filosofico/religioso/animista di stampo new-age, allora niente Avatar, niente Dune, niente Prometheus, niente di tante cose (magari niente Blues Brothers per via della luce che vede Jake in chiesa…). Se si tratta dei dialoghi “truth-truth”, cavolo, non prendiamocela col film: come si può non essere un po’ cretini se si parte dando per scontati i viaggi nel tempo, le reincarnazioni e tutto il resto?? Se invece si tratta del casino che sei storie diverse avrebbero prodotto incrociandosi freneticamente tra di loro, andando ad abbracciare un spazio temporale pressoché infinito, bhè io invece direi che è proprio il ritmo dell’alternarsi dei palcoscenici il punto di forza di Cloud Atlas, gli stacchi continui, martellanti, montati con precisione chirurgica, che ubriacano e al tempo stesso incollano alla poltrona lo spettatore che abbia saggiamente voluto liberarsi in anticipo di strereotipi e pregiudizi, e che si sia reso invece disponibile alla lunga, inebriante (e infantile, perché no?) fruizione di un (l’ennesimo? Ok, l’ennesimo) favolone iper digitalizzato che racchiude da solo, in tre entusiasmanti ore, un bel po’ di generi cinematografici tutti insieme, dal fantasy alla commedia, dallo storico (senza pretese accademiche, ma chi le chiedeva?!?) al romantico, fino alla suspense di un thriller.
Condivido invece le critiche al cast (Hanks e Grant sopra, anzi sotto, tutti quanti), e, di gran lunga più grave visto la natura del film, il fatto che il trucco agli attori sia stato fatto particolarmente male (ma diamo anche qui la colpa agli Hanks e ai Grant, così ci risparmiamo un po’ di tempo.. e un po’ di fegato). Per il resto, trovo che sia un gran bel film. E rilancio: un film da vedere almeno due volte.
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