Regia di Tom Tykwer, Andy Wachowski, Lana Wachowski vedi scheda film
Opera unica, nella sua analisi di tipi animici, le cui caratteristiche vengono definite osservando diverse incarnazioni. Senza capire questo aspetto, il film può sembrare ciò che molti hanno descritto anche qui... mancando appunto di cogliere il collegamento tra le storie narrate.
Purtroppo temo che chi ha redatto la recensione di questo film, nella redazione di Filmtv, abbia totalmente omesso di percepirne la vera peculiarità, che invece altri siti web (non necessariamente di cinefili) hanno colto e descritto in modo assai articolato.
Veniamo al dunque: il parallelismo tra le storie narrate non è soltanto quell'esercizio di stile che qui si è ravvisato. A essere rappresentati sono tipi animici: quelli che sembrano personaggi differenti in epoche distanti, sono in realtà diverse incarnazioni delle stesse anime. L'incredibile unicità di questo film è qui: tutti gli altri lungometraggi (almeno che io sappia) si limitano a seguire le gesta dei protagonisti nell'arco di una vita, e perfino quelli che si sono avventurati nell'intricato tema della reincarnazione, spesso lo hanno semplicemente piegato ai loro bisogni narrativi, sempre in seno a uno schema "convenzionale". In Cloud Atlas quelli che normalmente sono "i buoni e i cattivi" sono approcciati da un punto di vista karmico, ed è così che possiamo studiare diversi tipi animici, anzichè caratteriali. C'è l'anima incapace di evolvere, che galleggia senza intraprendere un percorso definito. C'è l'anima che, pur partendo dall'inconsapevolezza, attraverso le esperienze è in grado di apprendere, e quindi trascendere i propri limiti. C'è l'anima che cerca la verità, portando con sè questa prerogativa che le impedisce di scivolare e disperdere le proprie energie...
Senza capire tutto questo (che io ho soltanto abbozzato), effettivamente il film può sembrare un virtuosismo a tratti incomprensibile e confusionario, ma raccomando, anche a chi l'ha già visto, di riguardarlo dopo aver studiato attentamente il lavoro sui personaggi: sono sicuro che il giudizio sarà assai differente.
Personalmente non posso non inserire quest'opera fra quelle dei registi/e di Matrix, che, proprio come quest'ultimo e Jupiter e il destino dell'universo, rivelano aspetti essenziali dell'esistenza umana, del tutto analoghi al sapere gnostico che il potere ha da sempre osteggiato, perseguitato e cercato di cancellare. Interessante anche il percorso personale dei registi/e, che non può non risuonare nei racconti del custode della cultura Zulu, Credo Mutwa, e delle sue esperienze con... beh, se avete visto Jupiter (o le interviste a Credo Mutwa) lo sapete già!
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