Regia di John Magnuson vedi scheda film
Per quanto ormai stanco e provato (fisicamente ed economicamente) dalle innumerevoli battaglie legali sostenute per difendersi dalle accuse di oscenità, Lenny Bruce in questo spettacolo offre il meglio di sè stesso e della sua comicità: un'ora a perdifiato di scenette surreali e racconti in prima persona, sul tema di fondo - autobiografico - della libertà di rappresentazione artistica. Ridotto in miseria e osteggiato da grosse frange dell'opinione pubblica, Bruce prosegue comunque la sua lotta nell'unico modo che conosce: portando avanti le sue serate e cercando così di divulgare il messaggio del suo spettacolo, con un coinvolgimento del pubblico sempre molto alto; il comico americano era realmente un animale da palcoscenico e questa testimonianza diretta da John Magnuson ce lo consegna in tutto il suo furore. Si tratta del suo penultimo show di sempre: poco tempo dopo verrà trovato cadavere, suicida accidentale per overdose, nel suo appartamento (agosto '66). Al di là della controversa figura dell'artista iconoclasta e sprezzante, questo bel documento ci consente di ricordare nel migliore dei modi - cioè vedendolo in azione, lui e il suo microfono, senza trucchi nè inganni - uno dei comici più spiazzanti e irriverenti di sempre, dal cui stile è derivata un'intera classe di nuovi comici, una vera e propria scuola vivente di satira. Qualche anno più tardi (1971) lo stesso Magnuson assemblerà il materiale di uno sketch di Bruce per un cortometraggio dal titolo Thank you mask man. 6/10.
Ripresa di uno degli ultimi spettacoli dal vivo del mito della comicità Lenny Bruce, ormai ridotto in miseria dai processi per oscenità intentatigli contro.
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