Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Potrebbe essere il film della vita di Spielberg, ma Lincoln non è un film sulla vita del 16esimo Presidente degli Stati Uniti. Magnificamente scritto dall’autore di Angels in America, Tony Kushner, è il racconto di pochi mesi, in particolare del gennaio 1865 con la crescente tensione per il passaggio alla Camera del XIII emendamento, sull’abolizione della schiavitù. Il brutale incipit ci getta nell’orrore della Guerra Civile, dove la baionettate falciano entrambi gli schieramenti, distinguibili non per le divise infangate bensì per i neri scesi in battaglia. Si tratta però di un passaggio brevissimo, poiché la vera Guerra Civile di Lincoln è tutta verbale, combattuta tanto in Parlamento quanto dietro le quinte della politica. Il Presidente è accusato dai pacifisti di essere un tiranno e dagli abolizionisti di essere un debole prono al compromesso, e se il dibattito è contestualizzato con precisione nel proprio periodo storico, i dettagli che gli danno vitalità non lo rendono meno universale. Lincoln è ammantato dell’aura eterna dei classici, come Le Eumenidi cala principi di giustizia assoluta nell’agone politico della società civile, dove sono piegati alle necessità del Diritto. Il Presidente vorrebbe la fine della Guerra Civile, che minaccia anche la sua vita domestica con il primogenito ansioso di arruolarsi e la moglie terrorizzata dall’idea di perdere un altro figlio, ma la fine del conflitto va posticipata perché renderebbe impossibile il passaggio dell’emendamento e riporterebbe così molti neri alla schiavitù. Il protagonista, un enorme Daniel Day-Lewis, sostiene dunque una tensione impossibile che allevia con il piacere di lunghe digressioni affabulatorie. Intorno a lui, i concitati dibattiti passano dalla ricercata oratoria agli insulti più coloriti, in particolare nel personaggio di Tommy Lee Jones, e il ricorso a manovre non proprio trasparenti porta in scena irresistibili canaglie, su tutte quella interpretata da James Spader. Film eminentemente di cast e scrittura, vede uno Steven Spielberg insolito: attento a servire con rispetto e discrezione la grandezza del testo e degli attori, il regista contiene la retorica e dona umanità a una Storia ammantata di leggenda.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta