Regia di Wes Anderson vedi scheda film
Piccola grande storia d'amore, sospesa, surreale, struggente.
Wes Anderson sceglie un'avventura vintage e romantica per espandere il proprio universo poetico attraverso la visione di due giovanissimi innamorati, c'é una fuga e c'é il mondo che li circonda. Ma la cosa più importante è il pudore, la complicità, il rispetto con cui il regista tratta il tema. Gli adulti e gli altri teen sono intorno a Sam e Suzy ma non 'contaminano' la loro poesia. Il focus: voler conoscersi per completare se stessi e cercare di capire/capirsi senza aver paura delle vertigini ingenue e banali tipiche dell'età di mezzo, insomma 'essere' spudoratamente (i primi avvicinamenti al sesso) e genuinamente (la schiettezza dei loro sentimenti). In questo incontro Anderson ripone tutti i suoi sforzi utili a sostenere l'impalcatura narrativa del film e fa centro, utilizzando vari artifici come i flashback o il narratore onnisciente in modo perfetto, mantenendo l'elemento surreale in equilibrio con il climax in crescendo fino all'attesa resa dei conti. Poi c'è la messinscena: tipica e affascinante ma mai stucchevole; il cast: stellare e divertito (indimenticabile l'entrata in scena di Keitel...); le locations: evocative e complementari con il messaggio autoriale. Un autore ormai sicuro, capace di alternare magistralmente l'ironia, la violenza, le passioni e i vuoti dell'animo umano in un concentrato naif e kitsch che spesso colpisce al cuore: chi non avrebbe voluto fuggire a dodici anni con il grande amore?
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