Regia di Wes Anderson vedi scheda film
Ancora una volta il tema della fuga e le incomprensioni familiari e sociali alla base di essa. Ancora una volta l’amore come anelito di libertà dal rigore inclemente. Ancora una volta quello stile così geometrico, rigido che trasmette quella sensazione di prigionia opprimente e soffocante subita dai protagonisti. Sperando che non sia mai l'ultima.
Ancora una volta il tema della fuga e le incomprensioni familiari e sociali alla base di essa. Ancora una volta l’amore come anelito di libertà dal rigore inclemente del microcosmo che che fa da sfondo alla storia. Ancora una volta quello stile così geometrico e rigido che trasmette quella sensazione di prigionia opprimente e soffocante subita dai protagonisti e che si dilata rischiarandosi in tutta la fase post-evasione. Questa volta l’amore coinvolge due ragazzini problematici, perché non capiti, che nell’incontro trovano il sollievo e la risposta alla loro lotta interiore. Due bambini che sembrano la Paltrow e il minore dei Wilson ne I Tenenbaum trasposti all’età preadolescenziale. Il tocco di un grande autore, sempre costante e in divenire. Ancora una volta e sperando che non arrivi mai l’ultima.
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