Regia di Wes Anderson vedi scheda film
Siamo nel 1965. Sam e Suzy sono due dodicenni, e sono innamorati. Si sono incontrati ad una recita teatrale dove la ragazzina interpretava la parte del "corvo" e non hanno mai più smesso di scriversi lettere, fino alla loro fuga. Decidono di incontrarsi in un prato, poco distante dalla casa dove Suzy vive con i genitori e con i 3 fratelli, e partono per il loro viaggio d'amore, lungo l'antico sentiero dei Chic-Chaw. Lui, orfano e mentalmente instabile che ha deciso di abbandonare il suo campo scout e lei, che soffre di depressione e ama leggere libri di fantasia. Insieme si rivelano anche particolarmente pericolosi, ma nonostante ciò per niente infantili e sprovveduti; si amano, veramente, e sono disposti a qualunque cosa pur di continuare la loro fuga. Saranno inseguiti per tutta la durata della pellicola dal gruppo scout di cui faceva parte Sam e dai genitori di Suzy, aiutati dal capitano Sharp (interpretato da Bruce Willis).
Wes Anderson, narrando questa storia, attraverso l'uso dei vari flashback, dipinge un mondo curioso e surreale (come tutte le sue pellicole, d'altronde), pieno di colori e di situazioni alquanto bizzarre e assurde. Le scene sono curate nei minimi dettagli e nulla è lasciato al caso: la composizione delle camere nella casa della famiglia Bishop (a questo proposito, bellissima la sequenza iniziale), il curioso campo Ivanhoe, dove gli scout hanno costruito una casa su di un albero decisamente troppo alto, la bellissima scena del ballo in spiaggia tra Sam e Suzy, e tante altre. Insomma, nulla è stato costruito solo ai fini della narrazioni. Anderson vuole ricordarci che quello che lui ha costruito, nell'arco della sua carriera cinematografica, è un mondo tutto personale e originale, dove, anche se non tutto accade seconda la logica razionale, risulta comunque credibile e riesce sempre ad intrattenere lo spettatore. È un film serio e impegnato, certamente, ma non annoia e non risulta pesante.
La storia si conclude nel migliore dei modi, con un lieto fine che accontenta tutti quanti e ci ricorda che, anche in quel mondo così assurdo e bizzarro, certi principi e certi sentimenti rimangono inviolati. Primo fra tutti il motore per la fuga dei ragazzini, l'amore, che è raccontato in modo leggero, ma allo stesso tempo profondamente, come solo questo grande regista sa fare.
Non posso aggiungere altro se non consigliare caldamente a chiunque questo Moonrise Kingdom, divertente e piacevole, ma anche poetico e minuzioso. Insomma, un piccolo gioiello.
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