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Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore

Regia di Wes Anderson vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore

di laulilla
8 stelle

I piccoli Sam e Suzy si erano conosciuti e innamorati in seguito all’irruzione di Sam dietro le quinte di uno spettacolo teatrale in cui Suzy, vestita da corvo, si accingeva a recitare. Fu per entrambi un colpo di fulmine, cui seguirono lo scambio epistolare segreto e l’appuntamento per l’anno successivo.

 

Una sconosciuta isola del New England e due case:

una ha alloggi su più livelli e, vista  da lontano, consente un’occhiata agli ambienti dei singoli ripiani (non diversamente da quella de I Tenenbaum); un’altra è su un albero ai margini del vasto campo per boy scouts, presso il  limitare di un bosco.

 

Suzy (Kara Hayward), la figlia dodicenne della strana famiglia Bishop condivide con i fratellini il piano intermedio della prima casa, mentre la madre (Frances McDormand), dal piano più basso, comunica con i figli e col marito (Bill Murray) – che è all’ultimo piano – attraverso un megafono, impartendo ordini insensati.
Nel campo dei boy scouts, invece, vive Sam (Jared Gilman) dentro una tenda attrezzata, in mezzo ad altre che ospitano ragazzi come lui, ma la sua personale storia è più triste di quella dei suoi compagni: orfano, adottato da una coppia che poco lo sopporta, dovrebbe passare nel campo una vacanza e si trova alle prese con l’insensatezza minuziosa degli ordini di Ward (Edward Norton), il capo scout.

 

Eccoli, ora, Suzy e Sam con un gattino e l’inseparabile binocolo di lei, col quale esplorare dalla casa sull'albero, i vasti orizzonti del mondo ancora tutto da scoprire: lì arrivano all’appuntamento convenuto un anno prima e studiato con ogni attenzione possibile, per non fallire…

Questa, invece, era solo la prima delle loro fughe d’amore: erano stati cercati e ripresi facilmente e, come nel gioco dell’oca dei fratellini di Suzy, avevano dovuto tornare al punto di partenza; ci avrebbero riprovato e sarebbero stati nuovamente riacciuffati.

 

Nel frattempo, però, avevano a poco a poco scoperto se stessi, la loro forza e i loro limiti; si erano scambiati un primo vero bacio, avevano preso coscienza, per la prima volta, di avere un sesso e avevano cercato di costruire un’identità adulta attraverso la ricomposizione di quei frammenti di conoscenza di sé e del mondo che erano arrivati a loro fin dall’età infantile e che, ora, collocavano nel quadro più complesso del rispettivo trasformarsi.

 

 

 

 

 

Suzy – come i fratellini – aveva apprezzato la musica di Purcell, grazie all’ascolto separato di brevi sequenze (trasparente la bella metafora), secondo le indicazioni di Britten, il musicista  galeotto*.  

I viaggi dei due teneri innamorati costituiscono una sfida per molti altri protagonisti, dai compagni del campeggio di Sam – dapprima ostili, poi più attenti nel giudicarlo – a Ward, che dopo la lettura dei diari della giovane coppia si intenerisce e contribuisce, insieme al poliziotto  Sharp ( Bruce Willis) alla provvisoria dolce conclusione della loro avventura. 

 

Inconfondibile l’impronta di questo regista un po' bizzarro, che  esplora con tenera attenzione - come aveva fatto nei precedenti Il treno per il Darjeeling e I Tenenbaum - , i percorsi non semplici e spesso dolorosi attraverso i quali si diventa adulti. 

Anderson è il poeta di un mondo strano solo in apparenza; quasi oniriche sono  le immagini fantasiose con cui esprime i turbamenti e le speranze dei giovani adolescenti che vorrebbero rifare il mondo. 

 

Cast grandioso: eccezionale la qualità dell’interpretazione attoriale: dai piccini agli adulti tutti sono bravissimi sotto la sua direzione; così come è bellissima la colonna sonora, che spazia da Purcel a Britten, per arrivare a Françoise Hardy, con effetti suggestivi accentuati dalla fotografia i cui colori, leggermente seppiati ci riportano agli anni lontani e non facili della giovinezza di molti di noi.

 

 

ricorda il Morandini (2012)

 "i 2 ragazzini…si sono conosciuti durante la rappresentazione di una sua opera lirica sul diluvio universale che l’autore voleva eseguita in una chiesa e si salvano in cima al campanile".

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