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A Royal Weekend

Regia di Roger Michell vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su A Royal Weekend

di zombi
8 stelle

sembra una fiction televisiva di lusso, di quelle per la hbo per intenderci. e l'inizio con la voce over di daisy mi stava anche irritando un pochino, poi più avanzava e più coinvolgeva. come un mangiare popolare può risolvere questioni diplomatiche delicatissime, come addirittura l'intervento degli stati uniti a fianco del regno unito, nella seconda carneficina mondiale. usciti da poco dal crack che li mise in ginocchio, il popolo americano non era d'accordo nell'immischiarsi in una guerra lontana e non loro. eppure i reali inglesi dovettero recarsi sin là per chiedere quell'aiuto così sperato. apparentati dalla lingua ma lontani sotto tanti aspetti, i reali vengono ospitati nella residenza di famiglia del presidente roosevelt. impenitente donnaiolo e dallo spirito divertito e divertente, il presidente e la sua famiglia misero i reali di fronte a condizioni sicuramente non altezza del lignaggio, ma allo stesso tempo predisponendoli per la prova del fuoco dell'assaggio dell'hot-dog al pic-nic. dopo averli fatti dormire in una stanza con stampe che li derideva, al re tocca mangiare un cibo non all'altezza della sua bocca regale. eppure tutto alla fine ruota intorno alla decisione di addentare o non addentare. intorno orbita la passione del presidente per l'universo femminile, sua moglie eleonor e la sua fabbrica di lavorazione del legno, la madre del presidente e la fibrillazione per avere i reali in casa propria e la cugina daisy coinvolta suo malgrado in quella ronde inverosimile prima scansata e poi accettata di mano in mano che segreti, che rimasero tali per l'opinione pubblica fino alla sua centenaria morte, non vennero a far parte del suo piccolo e isolato mondo. il film si fa gustare per la cura degli ambienti e per una bella fotografia che valorizza l'opera,insieme alla musica, come un buon documentario turistico-culturale. ovviamente gli attori la fanno da padroni, soprattutto nella parte centrale, con interpretazioni che sarebbero potute scadere nella farsa se non sostenuti e diretti adeguatamente. 

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