Regia di Joe Wright vedi scheda film
Che meraviglioso film e che dichiarazione d’amore per tutto ciò che fa spettacolo, primo il teatro. E così Joe Wright, autore di Orgoglio e pregiudizio ed Espiazione, lavorando sulla sceneggiatura tolstojana del grande Tom Stoppard, ne ricava un unicum che non perde nulla del romanticismo del romanzo, della sua struttura e tensione, ambientandolo in una sala teatrale ottocentesca che diventa di volta in volta ippodromo, stazione, ufficio, circo dei sentimenti. L’immaginazione al potere: Wright, seguendo il destino di Anna che s’immola al tradimento, ci regala una serie di invenzioni di cinema straordinarie, di grande coerenza fantastica, tali da comporre un dizionario della meraviglia. L’autore, memore dell’inconscio dello spettacolo (Strehler, Fellini, Nekrosius, Ronconi) gioca a ping pong tra reale e finto, tra il dolore e la sua rappresentazione, mitizzando la Recita che ciascuno fa di sé e finendo con l’immagine indimenticabile dell’erba che cresce nella platea, il Tempo ritrovato. Il cast sta al gioco, in continuo ricambio di emozioni e memorie con la Knightley che prende il posto della Garbo e altre divine, mentre Jude Law è il marito e l’elfo Aaron Taylor-Johnson impersona Vronskji, che bellissimo sorvola l’inconscio di una famiglia di San Pietroburgo. E mai come stavolta è giusto ricordare che ognuno è infelice a modo suo e che il cinema rimanda la fatica e la sofferenza di una società che deve ancora espiare il suo gelo morale, materiale et sociale.
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