Regia di Joe Wright vedi scheda film
L'ennesimo adattamento del celeberrimo romanzo di Tolstoj è un piacere per gli occhi. Un turbine di trovate sceniche, costumi (Oscar nella categoria alla Durran dopo le nomination per Orgoglio e pregiudizio e Espiazione, sempre di Wright, sempre con la Knightley, anche qui brava), coreografie di indubbio impatto estetico, spettacolari e impeccabilmente dirette. La macchina da presa del regista inglese si muove con grazia e stile girando attorno ai protagonisti come fossero in scena a teatro, conducendoci per mano dietro e sopra le quinte, spostando il nostro sguardo dal proscenio al palco, aprendo porte, inventando spazi, creando fughe, giocando ai continui rimandi tra schermo e palcoscenico, tra cinematografia e rappresentazione teatrale. Si danza, si manovrano comparse come figurine, si giostra la bidimensionalità filmica con profondità e grande senso dei movimenti. Non sintetizza ed estremizza come Von Trier in Dogville ma sceglie la strada dell'opulenza visiva e piace per questo. Il resto è noto, ben fatto ma noto.
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