Regia di Joe Wright vedi scheda film
TFF 2012 - FESTA MOBILE
Evento tra i piu' attesi dal pubblico dei curiosi qui a Torino, un po' meno tra quello dei cinefili, la versione di Joe Wright sarà forse il decimo adattamento cinematografico del romanzo di Tolstoj nel corso dei decenni.
La presenza di un regista raffinato ma anche sensibile al corso narrativo, oltre che a quello scenografico - cineasta che si trova molto più a suo agio con le ambientazioni d'epoca che ad esempio con i thriller o drammi contemporanei (vedi la delusione Hanna, ma pure il Solista non convinceva appieno) - rende sulla carta l'operazione quantomeno rassicurante per il raggiungimento di un appagante risultato formale.
Ma la vera (forse unica) sorpresa è l'aver potuto contare sulla collaborazione preziosa di Tom Stoppard, uno dei più grandi del teatro degli ultimi decenni, qui impegnato alla sceneggiatura. Infatti i pezzi forte del film sono a mio avviso due, uno merito indiscusso di quest'ultimo, l'altro certamente delle doti visive ed organizzative del regista: la prima nota di merito è quell'inizio su sfondo teatrale che un uomo come Stoppard non ha per fortuna saputo evitare. Una scenografia incalzante che parte da una tenda che si apre e volge in modo rutilante ed energico ad un suo avvio sin ironico che ci ricorda l'incipit irresistibilemente "incasinato" di "Moulin Rouge" di Lurhman, ma (purtroppo) senza canzoni al suo interno. Il secondo aspetto notevole è la meravigliosa lunga scena del ballo, che una sapiente giravolta di mdp che danza sui corpi sinuosi dei bellissimi protagonisti che a loro volta ballano con disinvoltura ed eleganza, rende armonica e accattivante nelle sofisticate movenze di un valzer senza fine in cui le braccia delle coppie di ballerini si muovono ancor piu' coreograficamente delle gambe.
Per il resto la vicenda si dipana ordinaria con i suoi drammi e i suoi crucci amorosi che tutti piu' o meno conosciamo. Aggiungo ancora che l'interpretazione di Keira Knightley, attrice non certo tra le mie preferite se non per indubbie qualità esteriori, risulta piu' matura e controllata di molte altre interpretazioni in costume che l'hanno vista troppo spesso manierata e smorfiosa sino all'eccesso.
"Sontuoso" e' a mio giudizio l'aggettivo piu' pertinente a questo adattamento sfavillante e proprio per questo anche un po' finto, ma irresistibilmente appassionante per i più.
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