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Anna Karenina

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Regia di Joe Wright

Con Keira Knightley, Jude Law, Aaron Johnson, Kelly Macdonald, Matthew Macfadyen, Emily Watson, Olivia Williams, Michelle Dockery... Vedi cast completo

In streaming Fonte: JustWatch VEDI TUTTI (9)

Trama

Nella Russia zarista di fine diciannovesimo secolo, Anna Karenina (Keyra Knightley) è intrappolata in un matrimonio senza amore con l'ufficiale governativo Alexei Karenin (Jude Law), dal quale è nato anche un figlio. Conosciuto per caso il giovane tenutario Vronsky (Aaron Johnson), Anna si rende conto di provare per la prima volta l'ebbrezza del vero amore e, decidendo di sfidare le convenzioni dell'alta società, abbandona la sua famiglia per ricercare un illusorio frammento di felicità.

Approfondimento

ANNA KARENINA: I DIVERSI TIPI DI AMORE

Adattamento di uno dei più famosi romanzi della letteratura, scritto da Lev Tolstoj e portato sulle schermo diverse volte, Anna Karenina ha per protagonista un'eroina che si ritrova a imbattersi in ostacoli e regole sociali che le impediscono di ottenere ciò che più desidera e di comunicare i propri sentimenti. L'idea di farne una nuova trasposizione è venuta direttamente al regista Joe  Wright che ha proposto ai suoi storici collaboratori/produttori Tim Bevan e Eric Fellner di poter lavorare a un soggetto che si concentrasse su aspetti della storia mai raccontati prima. Poiché il romanzo contiene al suo interno un ricco tessuto di diversi temi e pensieri sulla suddivisione in classi sociali, sulla politica, sul comportamente morale e sull'amore, lo sceneggiatore Tom Stoppard ha deciso di evitare l'accentramento sulla sola figura di Anna e ha cominciato ad analizzare le linee narrative inerenti al personaggio di Levin e al suo amore per Kitty, molto più delicato e puro di quello di Anna per Vronskij. In questo modo, ha ottenuto due differenti storie di vita che scorrono parallele fino al momento in cui le ragioni del cuore danno invece origine a due parabole con esiti agli opposti: mentre la parabola di Anna è discendente e porta verso la tragica fine nota a tutti, la parabola di Levin è ascendente e conduce ad un esito edificante. La vastità del romanzo ha, inoltre, permesso a Stoppard di soffermarsi anche sui personaggi minori per cogliere molti dettagli sullo stile di vita della Russa imperiale e per capire come le regole sociali, implicite ed esplicite, determino il futuro delle storie d'amore di Anna e Levin.

Nonostante le 130 pagine della sceneggiatura sembrino poca cosa di fronte alla lunghezza del libro, Stoppard è riuscito a focalizzare tutti i tipi di amore che emergono dal capolavoro di Tolstoj - l'amore platonico, l'amore materno, l'amore filiale, l'amore fraterno, l'amore carnale e l'amore per la madre patria Russia -, escludendo gli elementi della storia che invece trattavano di qualcos'altro.

UNA CORAGGIOSA SCELTA FORMALE

Quando nella primavera del 2011 la sceneggiatura era pronta, la troupe ha fatto diversi sopralluoghi tra Gran Bretagna e Russia per trovare i luoghi adatti dove girare Anna Karenina, visitando i luoghi in cui la vicenda di Anna ha avuto luogo. Sorprendendo tutti, però, Joe Wright ha preso la coraggiosa decisione di adottare un approccio molto più teatrale per evitare di usare le stesse location già scelte in passato per le diverse trasposizioni cinematografiche e televisive. L'idea dell'approccio teatrale scelto da Wright nasce anche dalla consapevolezza che la società russa del 1870 viveva costantemente come sopra a un palcoscenico. Ossessionati dalla cultura francese, gli aristocratici russi facevano infatti di tutto per scimmiottarla, recitando in continuazione una parte che non li rispecchiava a pieno. Anche la protagonista Anna Karenina interpreta il ruolo della moglie devota, almeno fino a quando non incontra il conte Vronskij.

Wright ha dunque deciso che tutta l'azione del suo film si sarebbe svolta in un bellissimo teatro ormai in declino, metafora della società russa del tempo marcia dall'interno.

UNA TROUPE "FAMILIARE"

Joe Wright è noto per il suo intenso lavoro di preparazione di un film. Ogni volta che decide di dedicarsi a un nuovo progetto, inoltre, ama circondarsi di persone con cui ha già lavorato bene in passato, creando sul set un'atmosfera quasi familiare in cui i legami professionali si intrecciano con quelli di profonda stima e amicizia. Anche Anna Karenina, girato in 12 settimane in 100 set differenti e composto da 240 scene con 83 ruoli parlanti, risponde a questa implicita regola che il regista si è dato: si tratta infatti del quarto film realizzato con la stessa casa di produzione (Focus Features) e con gli stessi produttori (Bevan e Fellner) e del terzo film con protagonista Keyra Knightley (già diretta in Orgoglio e pregiudizio e in Espiazione). Per il reparto tecnico del film, Wright ha scelto di circondarsi ancora una volta con alcuni dei migliori professionisti del cinema inglese, come la scenografa Sarah Greenwood e la decoratrice Katie Spencer (che hanno lavorato insieme anche in Sherlock Holmes), la costumista Jacqueline Durran (La Talpa), l'hair stylist Ivana Primorac (Hanna), la montatrice Melanie Ann Oliver (Jane Eyre), il compositore Dario Marianelli (premio Oscar per Espiazione), la direttrice del casting Jina Jay e il supervisore Adam Richards (entrambi insieme anche in Orgoglio e pregiudizio), il direttore della fotografia Seamus McGarvey (nominato all'Oscar per Espiazione e nel cast tecnico di The Avengers) e il coreografo Sidi Larbi Cherkaoui.

Note

Wright, seguendo il destino di Anna che s’immola al tradimento, ci regala una serie di invenzioni di cinema straordinarie, di grande coerenza fantastica, tali da comporre un dizionario della meraviglia. Il cast sta al gioco, in continuo ricambio di emozioni e memorie con la Knightley che prende il posto della Garbo e altre divine, mentre Jude Law è il marito e l’elfo Aaron Taylor-Johnson impersona Vronskji che, bellissimo, sorvola l’inconscio di una famiglia di San Pietroburgo.

Trailer

Commenti (9) vedi tutti

  • Trentaseiesima trasposizione cinematografica del grande romanzo tolstoiano, onusta di premi  e nomination, al di là dei suoi meriti modesti, almeno secondo me.

    leggi la recensione completa di laulilla
  • film senza lode e senza infamia.. molto teatrale.. non annoia ma non coinvolge nemmeno.. costumi spettacolari.. voto 6

    commento di nicelady55
  • L'inizio è davvero poco comprensibile. Difficile capire la storia. Migliora nel tempo, ma è un film che non coinvolge mai un gran che a parte la splendida Keira. 6+

    commento di Brady
  • Non ho resistito e dopo mezz'ora ho disertato. Mi stupisce che abbia ricevuto punteggi così alti. Sembra una stupida operetta. Ma mi domonado... Si può valuae un film solo sulla scenografia? E cosa rimane? Quali emozioni suscita? Per cortesia...

    commento di Tommy1810
  • Costumi fantastici, scenografie originali, la trama però è poco avvincente nonstante una Keira in splendida forma.

    commento di ferni
  • Mah...film così cosà.

    leggi la recensione completa di tobanis
  • Voto al Film :  8

    commento di ripley77
  • INTRESSANTE LA FORMADI SPETTACOLO ADOTTATA:SEMBRA UN Pò UN'OPERETTA PERò ERA L'UNICO MODO PER PORTARE SULLO SCHERMO UN'OPERA SIMILE

    commento di fralle
  • Sembra una fotocopia di Moulin Rouge. Scenografie riciclate e stesse pose fotografiche della Kidman con veletta. Solo commercio allo stato puro. Ma che c'avete al posto degli oculi?

    commento di kubritch
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La recensione più votata è positiva

(spopola) 1726792 di (spopola) 1726792
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Rimango sempre molto più che perplesso quando si annunciano nuovi rifacimenti di ben rodati classici letterari soprattutto ottocenteschi (di quelli che hanno davvero reso grande la letteratura tanto per intenderci) specialmente se sono fra quelli già molto inflazionati per le trasposizioni in immagini sul grande schermo, poiché in mancanza di un’idea forte che sia davvero alla base di… leggi tutto

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TFF 2012 - FESTA MOBILE Evento tra i piu' attesi dal pubblico dei curiosi qui a Torino, un po' meno tra quello dei cinefili, la versione di Joe Wright sarà forse il decimo adattamento cinematografico del romanzo di Tolstoj nel corso dei decenni. La presenza di un regista raffinato ma anche sensibile al corso narrativo, oltre che a quello scenografico - cineasta che si trova molto più a suo… leggi tutto

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Da salvare c'è il tentativo, riuscito, di unire il teatro col grande schermo del punto di vista dell'esame ambientazioni. Da buttare invece le prove degli attori protagonisti, forse indecisi se virare o meno sul teatrale: c'è chi rimane impassibile e chi si fa cogliere dalla schizzofrenia. Alla fine rimane un prodotto autoreferenziale.

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