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Oscar insanguinato

Regia di Douglas Hickox vedi scheda film

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La recensione su Oscar insanguinato

di fixer
6 stelle

 

 

Vincent Price ha avuto un solo torto nella sua carriera d’attore e cioè quella di aver accettato ruoli in film secondari in cui non era umanamente possibile mettere in risalto il suo indubbio talento.

Uomo di cultura, raffinato, nato a St.Louis in Louisiana,laureato a Yale, insegnante, iscritto all’Università di Londra presso la scuola di Belle Arti per ottenere un Master Degree, viene attratto dal teatro, in cui comincia la sua carriera professionale.

A parte i suoi ruoli nei film horror (pur se diretti in buona parte dall’ottimo Roger Corman), non manca di interpretare ruoli diversi in produzioni di qualità es.: VERTIGINE, di Otto Preminger, oppure FEMMINA FOLLE, di John Stahl). Nonostante sia universalmente noto per gli horror-films, riesce comunque a infondere nei suoi personaggi una sottile vena ironica che lo distingue per qualità dai classici caratteristi di quel genere (Bela Lugosi, Boris Karloff, Peter Cushing ecc.).

In questo film, diretto da un regista di seconda classe come Douglas Hickock, Price ha l’opportunità di recitare, anche se per brevi frammenti, nei ruoli shakespeariani ambiti da ogni attore di questo nome.

La trama è perlomeno curiosa. Un attore di teatro inglese non viene nominato dal Circolo dei critici come attore dell’anno, titolo cui teneva molto essendo la sua ultima stagione teatrale. Non solo non riceve l’onorificenza , ma viene addirittura sbeffeggiato per la sua insopportabile gigioneria (o, come si dice da noi, per i suoi birignao). Furioso, finge il suicidio e decide, sostenuto dalla figlia, di uccidere uno a uno i critici che lo hanno stroncato. Lo fa usando gli strumenti che i drammi shakespeariani prevedono per l’uccisione dei vari personaggi.

La trama è evidentemente poco credibile, anche se l’ingegno nel realizzare gli omicidi aiuta a vincere la noia.

Non ho visto il film nell’edizione originale, cosa che mi avrebbe permesso di apprezzare la recitazione di Price. Di una cosa però sono sicuro: il doppiaggio della sua voce, ad opera di Emilio Cigoli, è assolutamente da non perdere.

A mio avviso, il film si regge soprattutto sul lavoro magistrale che il doppiatore riesce a compiere. La follia che si cela dietro la vendetta perpetrata da Edward Lionheart (Price) è un elemento che Cigoli riesce a esprimere infiltrando delle tonalità che percepiamo come disturbate in una recitazione piena di pathos e di intensità drammatica. Uno spettacolo nello spettacolo.

Il cinema italiano deve a doppiatori come lui e ad altri (come Tina Lattanzi, Ferruccio Amendola, Oreste Lionello ecc.) una capacità ed un talento straordinari, tali da venire molto apprezzati dagli stessi attori da loro doppiati. Da ascoltare e riascoltare più volte l’inizio del celeberrimo discorso pronunciato da Marco Antonio in GIULIO CESARE.

A volte, come questa, vale più il doppiaggio del film stesso.

 

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