Regia di Douglas Hickox vedi scheda film
Il più grande attore della storia del cinema per il più grande film della storia del cinema.
Chissà quante volte un attore – ma si potrebbe allargare l’orizzonte a tanti altri settori suscettibili di “critica” - ha desiderato fare a pezzi, e non figurativamente, un critico che, dal comodo della sua poltrona, lo ha stroncato minandone la carriera. Il critico è sempre e comunque in una posizione privilegiata rispetto al criticato: quale che sia il responso della sua recensione, conserva sempre la scranna. Il capo d’accusa che d’altra parte pende sul critico più comunemente è che egli sia un totale digiuno della materia di cui scrive, e che quindi anche il più infimo mestierante sia in realtà più dotato di lui (mi sovviene al proposito alla mente l’autocritica sul mestiere del critico, mi si perdoni il calembour, fatta da Ego in Ratatouille). Figuriamoci poi se l’attore è un mostro di bravura come Vincent Price, in vita troppo spesso retrocesso ad abile caratterista, nel film (s)qualificato come risibile istrione pieno di sé, ancorato a modi di recitazione ampiamente superati. Diventa persino troppo facile prendere le parti di Price nella sua singolare vendetta contro una casta che si è rifiutata a priori di premiarlo. È uno spasso vederlo mettere a nudo la pochezza morale e intellettuale dei maestri del pelo e del contropelo, seminare il terrore fra le altrimenti paciose penne dal blabla mordace e assai più narcisistico dell’interpretazione così ferocemente criticata. Price scaraventa i critici giù dai loro immeritati troni, li spoglia dello scettro, del manto, della corona, li umilia perché ne svela la natura terribilmente umana, divelle la loro vanagloria, che è la loro sola qualità. Li uccide più con la verità opprimente del suo talento che con i dolorosissimi supplizi che infligge. In fondo, dice più un movimento di mascella di Price che cento tomi di critica cinematografica. Ma qualcosa mi dice che almeno per quella volta, all'epoca, le recensioni sull’interpretazione di Price furono tutte sperticatamente, unanimemente – e disinteressatamente - entusiastiche.
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