Regia di Michael Radford vedi scheda film
Quando la politica diventa urlo, l'umanità si fa bisbiglio. In un mondo ormai in rovina, restano solo i retorici proclami del partito come finto scenario in sottofondo. Non c'è più angolo di terra in cui strappare un attimo di intimità, perché l'invasione delle coscienze ha annientato la libertà, la verità e l'amore, che sono i capisaldi della vita umana. All'espressione individuale si sostituisce l'oppressione collettiva; eppure la persona, umiliata, torturata e stordita, in qualche modo, sopravvive. Questo film è il distillato dell'omonimo romanzo, di cui riprende lo svuotamento esistenziale, ma in una maniera ben più drastica e severa, che non concede nulla alla fugace illusione della gioia. I lunghi silenzi sono come stagni in cui vanno alla deriva le poche parole clandestine, e le schegge di realtà coartata, lanciate dagli schermi del "Grande Fratello", sono frustate nella carne viva del pensiero.
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