Regia di Manetti Bros. vedi scheda film
Succede qualcosa di narrativamente interessante e visivamente efficace nell'ultima mezzora, dalla scena della depilazione ai titoli di coda. Una prima parte che tra sceneggiatura elementare, messa in scena televisiva e regia inconsapevole lascia lo spettatore imbarazzato. Se non fosse per Domenico Diele bravo e incisivo di suo e per la scelta azzeccatissima di Peppe Servillo come elegante orco della Roma bene, il film sarebbe deludente. Non si possono citare Argento e Bava per poi confezionare un film, variante italiana di temi e moduli narrativi americani, che tra dialoghi improbabili e una struttura drammatica puerile tenta solo di barcamenarsela il meno peggio. C'è una buona dose di sangue e di corpi martoriati, un accenno critico ai vizi perversi del ceto benestante e un generoso nudo femminile ad attivare i dispositivi erotico-sadici tipici del genere, ma è ancora tutto troppo poco per lo stato di culto. Preferibile una pura imitazione di stili argentiani, baviani o fulciani che una sterile distanza autoriale che si gongola nel citazionismo.
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