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Lawless

Regia di John Hillcoat vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lawless

di leporello
7 stelle

La ricostruzione ambientale e scenica, perfetta ed accurata, dell’America ai tempi del proibizionismo (non nella solita Chiacago, ma nei suoi ruvidi “retrobottega” montanari che provvedono a rifornirla di ottimo alcool con meticolosità contadina) è sicuramente il punto di forza di questo film. Non gliene mancano altri: a partire da buona parte del cast (non so dire dell’operazione di marketing che la recensione di FilmTv bacchetta con severità...), dove tutti i protagonisti principali si comportano egregiamente, compatibilmente con la non perfetta caratterizzazione che lo screenplay riserva ad alcuni di loro, specie alla due figure femminili (l’adorabile Mia Masikowska in un ruolo zoppo e mal disegnato, la bravissima Jessica Chastain che “Zero Dark Thirty” nello stesso 2012 di questo film porterà meritatamente sotto i riflettori di tutto il mondo), maldestramente angelicate oltre misura anche rispetto a quel che il ruolo della donna poteva essere negli anni ’30 americani, e con una leggera riserva per quell’attore “border line” quale ritengo essere Shia LaBeouf, raramente convincente specie nei ruoli “forti”, un attore che a mio avviso sarebbe ottimo per le commediole leggere piuttosto che in ruoli altamente drammatici come questo.

 

La storia raccontata in questo “Lawless” è sicuramente priva di originalità: i buoni e i cattivi, uno e (fraternamente) trino i primi, Guy Pearce e la legge i secondi; un finale che, forse perché dovutosi conformare alla storia vera a cui il film si ispira, sarebbe stato più d’effetto se non così lieto; l’incedere degli eventi lineare e un po’ telefonato, senza colpi di scena o impennate degne di nota, non impediscono a questo film di catturare comunque l’attenzione in un coinvolgimento emotivo forte, se vogliamo molto “naif”, ma proprio per questo onesto, sincero, e di conseguenza apprezzabile.


Un soffio più in là di una sufficienza che lo rileghi in un immeritato dimenticatoio.

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